E’ dalla fine di ottobre che seguiamo, con estrema attenzione, le dinamiche a carico del Vortice Polare. Dopo i primi segnali, novembre ha sancito una debolezza strutturale forse mai vista prima (considerando il periodo). Un’anomalia che ha spinto anche alcuni esperti del settore a sbilanciarsi a favore di un dicembre scoppiettante. Ma ora che dicembre è alle porte, che si può aggiungere?
Beh, proviamo a farla semplice. A livello stratosferico (ovvero ai piani più alti dell’atmosfera), il Vortice Polare continua a mostrarsi cagionevole di salute causa frequenti incursioni di calore dai livelli più bassi. Incursioni provenienti quasi esclusivamente dal Pacifico ed è per questo che la struttura ciclonica si trova completamente sbilanciata sul comparto asiatico (lo si evince anche dall’immagine allegata).
Quando il Vortice si allontana dalla propria sede (Polo Nord) fa di tutto per riprendersi lo scranno. Ma quest’anno, nonostante sia probabile a breve termine un rapido rinforzo strutturale (con conseguente raffreddamento), non sembra avere le carte in regola per riposizionarsi al meglio. Ciò potrebbe innescare nuove, intense incursioni d’aria calda e l’attivazione dell’Alta delle Azzorre. Attenzione, quindi, alla possibile formazione di un blocco anticiclonico oceanico persistente. Tale ipotesi potrebbe spalancare le porte a forti irruzioni fredde – addirittura con contributo russo siberiano – dalla seconda decade di dicembre.