…Neve, sai dar la gioia ad ogni cuor….
Tanti di noi hanno intonato questa canzone e tanti ricordi sono legati alla purezza ed alla semplicità di quei momenti, di quando si è bambini e ci si guarda intorno curiosi e con il cuore pieno di speranza.
Si capivano meno cose, non si conosceva la meteorologia e non eravamo in grado di fare previsioni eppure intonavamo a scuola, o con i nostri genitori, questa canzone nella speranza che durante le feste la neve scendesse lenta e soffice sulle strade, ignari di essere sotto una campana anticiclonica o in attesa di una sciroccata degna di nota.
Oggi siamo qui davanti ai nostri pc, guardando mappe con la delusione negli occhi, pensando già all’evoluzione sinottica del prossimo anno, a scenari barici che qualche modello intravede a lunghissimo termine, in uno status di continua agonia e ricerca, quasi fossimo divenuti schiavi della neve, del tempo e del freddo, dimenticandoci il candore e l’ingenuità di quando si era fanciulli, quando un fiocco che scendeva era inaspettato e poco bastava per sentirsi accontentato.
Tornare indietro non è possibile ma approcciare a questa scienza in modo diverso sì.
Sarebbe più opportuno astenersi da previsioni mirabolanti o “voli pindarici” e soprattutto evitare di sfociare nella propria soggettività, esasperando le voglie personali di freddo, pioggia o caldo ed apprezzando ogni manifestazione della natura, sia essa una nevicata o una godibile giornata di sole invernale.
Io, da laziale, mi rivolgo ai tanti corregionali che spesso si illudono di poter vedere nevicate al piano o prossimo ad esso, intraviste da qualche previsore o espresse in
qualche run troppo ottimistico da parte di un centro di calcolo.
Dopo anni di studio e di interessanti discussioni con persone di varie zone del Lazio è evidente che si possa giungere alla conclusione che la nostra regione, per via di caratteristiche geo-climatiche, non va a “braccetto” con la neve e con gli episodi freddi in generale.
Questo non vuol dire che il fenomeno in essere non si verifichi, anzi, ma deve servire come monito ogni qual volta che si analizza una disposizione sinottica e si
prepara una previsione.
Detto ciò possiamo parlare brevemente dell’ultimo episodio ciclonico del 2008, il saluto di un anno che si è annunciato con un inverno intorpidito, passando attraverso una estate calda ma non terrificante ed un autunno ricco di piogge, in molti casi eccessive. Come sempre negli ultimi tempi è stato costellato da mesi in anomalia positiva, un trend che ormai va avanti da diverso tempo.
Nelle prossime ore, tornando alla situazione attuale, l’area depressionaria che ha interessato nella notte il centro si allontanerà verso ovest, attraverso una azione di cut-off
rispetto all’alimentazione principale, il tutto sorvegliato dall’anticiclone disposto obliquamente sul centro/nord Europa.
La goccia fredda in spostamento verso sud-ovest richiamerà un flusso termico dai quadranti orientali e tra le prossime ore e domani 27 Dicembre giungeranno nuove correnti continentali, con fenomenologia da stau evidente in Sardegna e corpi nuvolosi in risalita dal medio-basso versante tirrenico.
Tra la sera-notte del 27 e lamattina del 28 Dicembre un nucleo a 500hPa si muoverà verso il centro-nord della penisola innestando una azione più evidente di richiamo
caldo-umido e precipitazioni sparse, con temporali probabili tra Sicilia e Calabria, in spostamento verso il Cilento. Il soffio freddo orientale andrà in cut-off sull’alto Tirreno
dunque potranno perdurare fenomeni instabili e/o nevosi sin verso Lunedì 29 Dicembre.
La neve potrà scendere mediamente a quote collinari con locali situazioni nevose a quote basse/pianeggianti su Marche ed Abruzzo; situazione più complessa per
alcune zone toscane, umbre e soprattutto laziali dove dovranno contribuire per un calo della quota neve diversi fattori tra cui:
1)entità precipitazioni
2)temperatura di partenza/orario
Quota neve media sull’Appennino Centrale 500-700m.