Sono davvero sorprendenti le previsioni effettuate dal modello di previsione stagionale NSIPP, della NASA, attualmente il più complesso tra i vari modelli matematici che affrontano il problema della previsione del tempo a scadenza lunghissima.
Tali modelli affrontano il problema della previsione stagionale osservando le temperature delle grandi masse oceaniche, molto più stabili, nelle loro tendenze, rispetto a quelle misurate sulla terraferma.
Come detto il modello stagionale elaborato dalla NASA, con l’esame di ben 34 livelli verticali, appare come il più complesso, e, quindi, quello che teoricamente dovrebbe garantire maggiori probabilità di successo.
Le ultime proiezioni della NASA, dunque, mostrano, dopo un Autunno tutto sommato nella media, e senza particolari anomalie, un finale di stagione particolarmente freddo, seguito da due mesi, Dicembre e Gennaio, che dovrebbero registrare una costante presenza depressionaria in quota centrata proprio sul Bacino Centrale del Mediterraneo.
Le zone anticicloniche sarebbero relegate sulla Russia, e sul Circolo Polare Artico.
La conseguenza di questa zona costante depressionaria dovrebbe garantire, per la prossima stagione invernale, un tipo di clima prevalentemente perturbato, con abbondanti nevicate su Alpi ed Appennini, e temperature probabilmente al di sotto della media stagionale.
Un tipo di inverno, quindi, di tipo “standard” come eravamo abituati a definire questa stagione; tuttavia, occorre dire la previsione è ancora a scadenza lontanissima, per cui le probabilità che si verifichi veramente è ancora abbastanza scarsa.