Il flusso atlantico si è un po’ abbassato di latitudine e ciò lo possiamo apprezzare dal fatto che le nostre zone alpine sono state interessate dalla traiettoria della parte terminale del flusso instabile oceanico, inserito al seguito della perturbazione in transito verso levante. Al momento la parte più importante del fronte freddo si trova protesa dall’Europa Orientale fino alla Penisola Scandinava, laddove si trova il centro motore della bassa pressione.
Un centro ciclonico di matrice oceanica più profondo si trova intanto in vicinanza delle Isole Britanniche e ad esso è legata una perturbazione più consistente. Questa perturbazione è inserita in un’onda depressionaria relativamente pronunciata che, nella giornata di domenica, riuscirà a penetrare sul Nord Italia, apportando un peggioramento più consistente di quello giunto ieri, con strascichi in azione quest’oggi.
I temporali odierni sull’Arco Alpino sono dovuti al trascinamento delle infiltrazioni d’aria fresca atlantica, in contrasto con un lieve flusso piuttosto umido orientale nei bassi strati: in diverse zone la fenomenologia non si è limitata ad agire nelle sole ore pomeridiane e serali, quando l’energia è maggiore a causa del calore giornaliero accumulato dal suolo. I rovesci ed i temporali più consistenti hanno interessato con una certa consistenza fin dal mattino i rilievi lombardi, in particolare l’area del lecchese e dell’alto bergamasco, tanto che in alcune località i rilevamenti pluviometrici hanno raggiunto punte di 80-90 millimetri.
Le nubi da instabilità presto si attenueranno per una maggiore spinta anticiclonica che si va affacciando dalla Francia. Si tratta di quella temporanea rimonta anticiclonica, innescata dal graduale incedere verso est della successiva onda di bassa pressione che, come già sottolineato in precedenza, farà ingresso sulle regioni di Nord-Ovest nella giornata di domenica.
Solo le zone alpine risentono di questo lieve abbassamento del flusso instabile oceanico, mentre non vi sono significative novità sul resto del nostro Paese, con persistenza di condizioni di sostanziale bel tempo, stante l’intaccabile dominio di una forte struttura di alta pressione. I cieli sono pertanto rimasti sgombri da nubi significative, a parte qualche velature giunta fin sulle regioni centrali, legata al flusso instabile sulle zone alpine.
Le temperature restano ancora molto elevate, pur senza raggiungere picchi troppo eccessivi, non solo al Centro-Sud, ma anche su gran parte delle zone di pianura del Nord che poco o nulla hanno risentito del passaggio della massa d’aria instabile lungo la cerchia alpina. I picchi termici maggiori si sono toccati in Sardegna, con punte di 38 gradi, ma non sono così isolati i casi di località interne del Centro-Sud che hanno raggiunto almeno i 35 gradi.