Maltempo estremo:
alluvioni, frane, smottamenti, colate di fango, esondazioni. Questi i vocaboli entrati a far parte del lessico giornaliero novembrino. Perché dopo il caldo, che peraltro non è certo finito, è arrivata la pioggia. E che pioggia! Piogge spesso alluvionali, eccezionali, precipitazioni record che stanno mandando in tilt la tenuta di suoli e più in generale di ampi bacini idro-geologici italiani. Le situazioni di maggiore criticità riguardano Nord e Toscana, mentre altrove fortunatamente non sta accadendo nulla di grave.
Colpa dell’Atlantico o di chi?:
E’ innegabile che nell’ultimo decennio sia cambiato qualcosa a livello climatico, altrimenti non ci troveremmo sul groppone un numero inusitato di alluvioni. Alluvioni che avvenivano anche in passato, questo è vero, ma con tempi di ritorno decisamente inferiori agli attuali. Due, a nostro avviso, gli elementi che governano le criticità attuali: periodi prolungati di caldo anomalo e un mal governo del territorio. Un mix esplosivo, pronto ad esplodere al minimo accenno di maltempo. Va anche detto che su alcune regioni, vedi Liguria, la quantità di pioggia caduta su alcuni settori sta raggiungendo numeri impressionanti e in tal senso ne sapremo di più nei prossimi giorni.
Atlantico scatenato:
perché ne sapremo di più nei prossimi giorni? Perché dobbiamo prepararci ad un’altra settimana di maltempo. La vigoria della Depressione d’Islanda continuerà a sostenere impulsi perturbati verso est, direzione Mediterraneo centro occidentale. Approfittando di una lacuna barica permanente, procrastineranno il maltempo e localmente daranno luogo ad altre intensissime precipitazioni.
Rischio alluvione:
avremo a che fare coi venti meridionali e presumibilmente non mancheranno spunti sciroccali preoccupanti, tant’è che su alcune regioni del Nord – e non solo – potrebbero abbattersi altri nubifragi. I modelli indicano accumuli precipitativi settimanali preoccupanti ed anche qualora dovessimo avere piogge meno intense, la condizione di molti bacini idrici è al limite della sopportazione. Come detto, basterebbero poche gocce in più per accrescere il rischio alluvione.
E l’inverno?:
Osservando l’andamento termico, non solo in Italia ma anche su ampi tratti dell’Europa centro occidentale, d’invernale c’è ben poco. Il freddo, anche il gelo, sta ruggendo in altre parti dell’emisfero boreale: Stati Uniti e Asia. Qui in Italia le temperature si mantengono al di sopra delle medie stagionali e tale andamento rischia di accompagnarci sino all’ultima decade di novembre.
Vortice Polare:
nello scorso editoriale indicammo interessanti manovre a carico del Vortice Polare Stratosferico, atte a destabilizzare l’enorme struttura ciclonica e a condurre alla dislocazione di due nuclei. Da qui le irruzioni gelide negli USA e su vaste porzioni del continente asiatico, mentre da noi sembrerebbero potersi realizzare interessanti dinamiche invernali sul finire del mese. C’è da dire che oggi emerge anche un’altra ipotesi: il riaccorpamento del Vortice Polare, che se confermato almeno in prima istanza condurrebbe ad una temporanea rimonta anticiclonica sulle medie latitudini europee.
Focus: evoluzione sino al 25 novembre 2014
Domani e sino a venerdì sera avremo un lieve miglioramento, ma sarà bene non illudersi: non si tratta di rimonta anticiclonica, bensì dell’intervallo tra l’attuale perturbazione e la successiva. Fin da venerdì sera un nuovo, forte peggioramento prenderà piede sull’estremo Nordovest e sabato si estenderà alle regioni di Nordest, alle medio-alto tirreniche e alla Sardegna. Le altre rimarranno più protette almeno in prima istanza, perché ad inizio della prossima settimana l’ennesima perturbazione dovrebbe condurre ad un’ondata di maltempo ben più diffusa.
Lo scenario barico suddetto dovrebbe accompagnarci sino al 20 di novembre, giorno più giorno meno. A seguire sembra profilarsi un cambio barico importante, probabilmente temporaneo, ma che potrebbe intraprendere due vie: il primo vero freddo invernale o il ritorno di una vigorosa struttura anticiclonica.
Evoluzione sino al 30 novembre 2014
Entrambe le soluzioni citati non sembrerebbero inficiare il trend evolutivo d’inizio dicembre, che dovrebbe ricondurci nelle mani del piovosissimo Atlantico.
In conclusione.
La stagione autunnale è decollata improvvisamente, senza neppure lasciarci il tempo di allacciare le cinture. Ciò che manca, al momento, è qualche cenno invernale ma è bene non disperare e confidare nelle prossime due settimane.