I picchi termici della scorsa settimana appaiono lontani, eppure continua a far caldo. Un caldo che potremo definire “normale”, o quasi, coadiuvato nella sua azione da una persistente figura anticiclonica che nel weekend ha lasciato le vesti sahariane – almeno in parte – per vestire quelle più miti oceaniche. L’avvento dell’aria fresca da nord ha infatti costretto il perno principale a trasmigrare verso sudovest, direzione nord Africa e Penisola Iberica. Ma appena il fendente atlantico ha abbassato la guardia, ecco riproporsi un rigonfiamento della bolla rovente, in fluttuazione sulla Spagna. Ieri, difatti, alcune aree dell’Andalusia hanno registrato temperature massime di 40 gradi o poco meno, mentre in Italia la colonnina di mercurio – pur non raggiungendo tali valori – è schizzata all’insù.
Le zone più calde – com’era prevedibile visto l’orientamento dell’asse anticiclonico – sono state quelle interne tirreniche e delle Isole. Termometro che sovente ha varcato la soglia dei 35 gradi, non sono mancati picchi di 37-38 gradi in qualche località sarda. Oggi la calura registrerà un incremento anche al Sud, mentre altrove il termometro sarà in ascesa di qualche altro grado. E’ un caldo moderato, non certo paragonabile a quanto accadde la scorsa settimana, ma comunque significativo. Mancano quegli ingredienti che c’hanno fatto soffrire così tanto, ossia i venti secchissimi del deserto e i +25/+28 gradi alla quota isobarica di riferimento rappresentata dagli 850 hPa (che sappiamo solitamente corrispondere ai 1500 m di quota sul livello del mare).
Stavolta il caldo sembra destinato a durare per lungo tempo. Osservando le varie proiezioni modellistiche, infatti, andremo a braccetto dell’Anticiclone africano almeno sino alla prima settimana del nuovo mese. Ciò nonostante il flusso instabile oceanico penderà sulle nostre teste come una spada di Damocle. Lambendo le zone alpine, potrebbe infatti penetrare più attivamente all’interno del Mediterraneo, determinando così una nuova pausa all’insegna dell’aria più fresca e forse leggermente instabile. Si tratta di un’ipotesi percorsa da taluni dei più autorevoli Centri di Calcolo matematici, quindi andrà vagliata ad eventualmente rivisitata nel corso dei successivi aggiornamenti.
Ma torniamo ad oggi. Al risveglio un tappeto consistente di nubi avvolgeva le aree alpine alto atesine e venete. Erano presenti – e qualcuno resiste tuttora – diversi temporali, fenomeni che riuscivano a sconfinare anche verso l’area abitata di Bolzano. Trattasi di precipitazioni giunte nel corso della notte, ieri infatti l’arco alpino è stato lambito da una fronte instabile oceanico destinato principalmente all’Europa centro orientale. Rammentiamo difatti che il baluardo montuoso settentrionale rappresenta l’area di confine tra il flusso umido atlantico e quello caldo proveniente da sud. I contrasti che si vengono a creare sono spesso efficaci e da qui si spiegano i frequenti temporali che si manifestano nel corso delle ore centrali delle giornate.
Anche questo pomeriggio ne sono attesi di nuovi, temporali che interesseranno principalmente le zone montagnose del Triveneto, in particolare i settori pedemontani alto atesini, quelli prealpini veneti e alcuni tratti Friulani. Ma qualche acquazzone potrebbe manifestarsi anche sulla Lombardia nord orientale, nell’alto Piemonte e localmente sulle Alpi Cozie. In Val Padana, Liguria ed Emilia Romagna il tempo sarà bello, salvo qualche innocuo annuvolamento diurno in Appennino. Nubi a sviluppo verticale che potranno inserirsi anche in altre zone appenniniche, rivelandosi però scarsamente minacciose. Al Centro Sud e nelle Isole Maggiori splenderà il sole, diffusamente. Farà caldo: Sardegna, Sicilia e centrali tirreniche risulteranno ancora una volta le regioni più calde, con picchi sino a 37-38 gradi.