Non è il caso di parlare di anomalia, né di eccezionalità; ma le temperature che si registrano in questi giorni sul plateau antartico non sono consuete. In particolare a Vostok, dove sarebbe normale vedere il termometro al di sotto dei -60 °C nelle minime, sui -50 °C nelle massime. Invece, dopo una puntata proprio a -60,0 °C il 2 marzo, la temperatura è lentamente risalita, per arrivare ai seguenti estremi:
10 marzo -45,7 °C -39,1 °C
Una massima superiore ai -40 °C, dato il periodo, è cosa rara e, in effetti, una ricognizione dell’archivio di Vostok per il 1997-2004, alla data del 10 marzo fornisce il seguente quadro:
2004 -60,4 °C -51,9 °C
2002 -64,4 °C -52,9 °C
2001 -63,8 °C -50,6 °C
2000 -64,6 °C -57,5 °C (mancano i sinottici 1200 e 1800)
1999 -57,2 °C -46,3 °C
1998 -55,5 °C -54,3 °C
I valori del 2005 sono dunque superiori a tutti quelli del più recente passato; vi si avvicina il 1999, di cui si può documentare una massima di -41,8 °C il 9 marzo.
Anche se di poco, il 10 marzo è stato più freddo al Polo Sud, dove si è oscillato fra -50,7 °C e -40,4 °C. Va comunque detto che, in letteratura, per Vostok è documentata una temperatura massima, toccata addirittura in luglio (archivio 1958-’67), quindi nel cuore del semestre invernale, di -36,1 °C (Schwerdtfeger, p. 334).
I valori massimi fatti registrare l’11 marzo (fino alle 1200 GMT) sono invece i seguenti:
Amundsen-Scott -40,9 °C
Vostok -41,5 °C
Bibliografia:
W. Schwerdtfeger, The Climate of the Antarctic, in S. Orvig (a cura di), Climates of the Polar Regions (World Survey of Climatology), vol. 14, pp. 253-355.