SUPER GHIBLI LUGLIO 1983 – La stagione 2003 è passata alla storia come l’estate in assoluto più rovente della storia anche remota, con continue ondate di caldo da maggio fino a settembre. Non solo il 2003, ma altre estati più recenti ci hanno fatto patire non poco, per la frequenza di forti ondate di calore: su tutte possiamo citare l’estate del 2007, ma anche il luglio 2009. A proposito però di singoli eventi, quella del luglio 1983 è stata una delle più intense ondate di caldo estivo che hanno colpito l’Italia e parte dell’Europa centrale nel periodo coperto dalle osservazioni termometriche meteoclimatiche. Il tutto fu preceduto da un’intensa fase di El Niño. Era la fine della seconda decade del mese di luglio del 1983, una massa di aria terribilmente calda, schiacciata dall’alta pressione nord-africana, investì l’Italia ad iniziare dalla Sardegna. Nella stazione meteo AM di Capo San Lorenzo sulla costa nell’est dell’Isola, la temperatura subì un’impennata da +30°C del primissimo pomeriggio a +47°C di appena due ore più tardi.
SARDEGNA COME UN BRACIERE – Il caldo assunse connotati di assoluta eccezionalità sull’Isola, dove si raggiunsero valori termici da capogiro: nel Campidano (Sardara) si ebbero picchi di +47°C, così nelle zone più calde del sassarese (Chilivani) e nuorese (Ottana) fino a +48°C. Il giorno 22 luglio all’aeroporto di Alghero Fertilia fu misurato il valore record di +41,8°C, a Cagliari Elmas +43.7°C e sulla stazione meteorologica di Carloforte ben +39,2°C, tutti record assoluti mai registrati prima. Sempre in Sardegna, nella stessa giornata le stazioni idrologiche di Sanluri e di Perdasdefogu raggiungevano una temperatura massima di 47,0 °C. La calura durò due settimane, anche se si andò a smorzare da inizio agosto: una persistenza davvero straordinaria con temperature mediamente sui +43/45°C nelle zone interne per le massime, e spesso non sotto i +30°C per le minime. Nell’Isola vi furono i più disastrosi incendi con numerose vittime: proprio i +49°C di Tempio Pausania non sono stati omologati per la vicinanza di un rogo.
CALDO ESTREMO ANCHE ALTROVE – Oltre alla Sardegna, i maggiori effetti dell’ondata di calore si verificarono sulle regioni centro-settentrionali, mentre invece su quasi tutto il Sud, seppur interessato dal caldo intenso, gli effetti furono più limitati. La calura afflisse molte regioni d’Italia, uno dei giorni più roventi fu il 26 luglio quando si registreranno i seguenti record di temperatura massima assoluta: Firenze Peretola +42,6 °C, l’Osservatorio Ximeniano di Firenze +41,6°C, Arezzo San Fabiano +41,5 °C e Paganella +25,0°C, mentre Sarzana Luni con +36,4°C e Passo della Cisa con +31,8°C stabilivano i propri record mensili di luglio. A Roma Urbe si toccarono 40°C, così come a Pescara ed Ancona Falconara +40,5°C. Bologna si fermò a +39,6°C il 29 luglio. Tra gli altri picchi oltre +38°C ad Udine, +37°C a Tarvisio, +32,4°C a Dobbiaco. A Bergamo Orio al Serio +39°C, a Milano Malpensa +37,0°C (neppure tanti, considerati i record del 2003), a Genova +35°C, a Torino Caselle +36.2°C.