E’ proprio il caso di dirlo: l’Italia brucia. Non soltanto in termini figurativi, la realtà è che il vento secco e rovente del Sahara rende condizioni favorevoli all’innesco e alla propagazione degli incendi. Una piaga, quella dei roghi, che ha da sempre attanagliato le regioni Mediterranee. Ricercarne le cause significherebbe sollevare polemiche perché è bene rammentare che il “piromane” – visto spesso come l’unico responsabile – rappresenta soltanto una della cause scatenanti. Spesso vi sono interessi celati, ma quel che conta è che ogni Estate se ne vanno in fumo ettari su ettari di boschi, di preziosi ecosistemi naturali. Capita anche che vi siano delle vittime, che i danni siano ingenti. E’ quanto successo in Sardegna, appena ieri, o in Corsica. Ma le fiamme hanno avvolte altre lande del Centro Sud, favorite da intense correnti meridionali.
Roghi che alimentano una ulteriore risalita termica. Se non bastassero i valori record segnati alle varie quote atmosferiche di riferimento, i fumi caldi scatenati dalle fiamme hanno resto l’aria irrespirabile. Nel Nord Sardegna – l’area più colpita dal fuoco – la colonnina di mercurio si è portata sui 45 gradi e non è da escludere che in alcune zone dell’entroterra siano stati registrati valori persino più alti. Ma in genere i 40 gradi hanno rappresentato la normalità, il termometro ha segnato febbre in altre aree della Penisola. Si pensi che ad esempio la costa adriatica, in piena notte, ha fatto registrare localmente valori di 37 gradi. In questo caso l’aria rovente è giunta dall’Appennino, sottoforma di venti favonici.
Oltre alle temperature, menzioniamo i venti. L’aria bollente è giunta su un treno di correnti meridionali, provenienti dal Sahara algerino. Scirocco, Ostro, Libeccio, questi i venti che hanno avvolto buona parte della Stivale e che seguiteranno a soffiare anche nella giornata odierna. Venendo alla previsione, poche le novità. Vi sarà una ulteriore accentuazione del caldo al Sud e in Sicilia, ove verranno registrate massime – in svariate località – di 40 gradi e oltre. Non si escludono, come accaduto ieri in Sardegna, picchi di 44-45 gradi. Per quel che concerne l’Isola sarda, la calura si sposterà verso il centro sud e il termometro potrebbe raggiungere altri valori eccezionali. Specie in Campidano.
Caldo che resisterà al Centro, nel versante Adriatico seguiterà a soffiare un rovente Libeccio. E veniamo al Nord. Nei giorni scorsi s’è spesso detto che le Alpi hanno rappresentato la linea di confine tra l’aria bollente in risalita dal Sahara e quella più umida e fresca oceanica in scorrimento sull’Europa centro occidentale. Bene, nelle prossime ore osserveremo un’accentuazione dell’instabilità nei tratti montagnosi. Gli spifferi atlantici favoriranno la genesi di numerosi celle temporalesche, alcune delle quali potrebbero risultare consistenti, persistenti e in sconfinamento verso le aree pedemontane padane. Accadrà tra pomeriggio e sera sulla Lombardia e nel Veneto, poi nel Friuli Venezia Giulia, ove in nottata si potrebbero registrare forti temporali. Nelle prime ore della notte non escludiamo che qualche sporadico acquazzone riesca a penetrate nella bassa pianura lombarda occidentale.
Ma quel che è importante sottolineare è il progressivo cambio circolatorio che porterà i primi cali termici e venti in rotazione dai quadranti settentrionali. Circolazione che si disporrà da nord ad iniziare dai settori alpini e domani avverrà la propagazione prima in Val Padana, poi verso il Centro e infine domenica anche al Sud e nelle Isole.