L’Italia è da giorni sotto la morsa di una strutturata e decisa azione africana che ha innalzato notevolmente i valori termici, con ovvie ripercussioni sulle medie mensili e su tutto il territorio.
I primi segnali di una modesta risposta ciclonica, prevista nello scorso editoriale, non hanno tardato nel presentarsi; una goccia fredda tra la Spagna e le Baleari è stata la causa di un weekend nuvoloso, con correnti di scirocco e qualche breve ed effimera precipitazione circoscritta ad alcune zone del centro-sud, in particolare sul versante tirrenico.
Quest’oggi, sempre sul lato occidentale della Penisola, sono state segnalate numerose attività termo-convettive che hanno riversato attraverso violenti down-draft (rovesci) un discreto quantitativo pluviometrico; la fenomenologia è potuta avvenire grazie ad un momentaneo cedimento del campo pressorio, umidità nei bassi strati e nella media troposfera ed il rapido incremento delle temperature che, grazie alla catena appenninica interna, ha dato vita a temporali di calore coadiuvati dal proficuo fattore orografico.
Le piogge avvenute sono figlie di un minimo spostamento barico e non debbono trarre in inganno: l’azione dell’alta pressione africana continuerà a farsi sentire e sovente, nei prossimi giorni, avremo temperature elevate in molte regioni d’Italia.
Però, come descritto negli scorsi articoli, gradualmente vengono introdotti nuovi elementi nell’impianto barico Europeo/Mediterraneo, attraverso gocce fredde e brevi ondulazioni barocline.
I prossimi giorni, seppur sotto la protezione del promontorio di matrice africana, perderanno parte della componente sub-tropicale che inibisce l’attività dinamica, con maggiore influenza delle infiltrazioni che giungeranno da SW e da N-NW.
La fine del mese potrebbe essere meno calda e più perturbata grazie ad un lenta preparazione del campo sinottico in fieri in questi giorni; le ripetute sortite dalle varie direzioni potranno deviare leggermente l’asse dell’Hp e, contemporaneamente, il core del Vp, sito a nord della Penisola Scandinava, a causa di un cedimento del dinamismo basso-stratosferico, potrebbe convogliare una azione meridiana verso il basso Atlantico.
Questa ipotesi previsionale sarebbe supportata da un binomio AO/NAO neutro per i prossimi giorni ma, a ben vedere, dobbiamo segnalare che le possibilità di questa analisi (per altro accennata nei giorni scorsi) sono pareggiate da una possibile reazione anticiclonica perfettamente contraria alle opportunità di pioggia dell’ultima decade.
L’affondo meridiano in pieno Atlantico, a seconda della disposizione dell’asse di saccatura, potrà richiamare una energica condotta dell’anticiclone africano con effetti per la nostra Penisola completamente opposti e, di certo, non augurabili per le nostre difficili condizioni idriche.