Il flusso atlantico inizia a premere ad ovest, come possiamo vedere (si noti in basso il Meteosat) da quella distesa nuvolosa che si è ormai trascinata su gran parte dell’Europa Occidentale: il sistema frontale risulta produttivo solo tra Isole Britanniche e Francia nord-occidentale, zone che risentono della relativa vicinanza del minimo depressionario collocato a nord della Scozia. Molto più sporadici i fenomeni che si sono avuti sulle restanti aree della costa francese atlantica, sulla Spagna settentrionale e sull’area pirenaica. Le nubi, più che altro velature, si sono spinte anche su parte delle nazioni centrali europee mentre, a dispetto del limitato raggio d’azione, vanno notati i temporali mediterranei che stanno colpendo la Sicilia Orientale e parte della Calabria, causati da una piccola goccia fredda sul Mar Ionio.
Nelle giornate scorse la Spagna ed il Portogallo sono state le nazioni più calde, con sensazioni estive dettate da temperature che hanno toccato picchi superiori ai 30 gradi. Quest’oggi il caldo si è parzialmente ridimensionato sulla Penisola Iberica (sebbene con punte termiche di quasi 30 gradi), mentre viceversa è cresciuto sulle restanti nazioni dell’Europa Centro-Occidentale: l’avvicinamento del fronte atlantico ha infatti favorito la risalita dell’aria calda che stazionava sull’Iberia. La Francia sta dunque vivendo una giornata dal sapore estivo, con ben 29 gradi a Strasburgo, ma non scherza nemmeno Parigi con 27 gradi. Esplosione del caldo anche in Germania (30 gradi a Lampertheim/Coleman, 27 gradi a Francoforte), Belgio (28 gradi a Kleine) ed Olanda (27 gradi toccati ad Eindhoven). Le condizioni da pieno Inverno nel frattempo non abbandonano la Lapponia ed il nord della Norvegia, penalizzati dalla presenza ravvicinata di un nocciolo gelido del Vortice Polare.
La bolla calda interessa in parte anche il Nord Italia (punte di 25-26 gradi su diverse località della Val Padana), che sta avendo temperature ben più alte rispetto al Sud ed alla Sicilia, dove insistono spifferi d’aria fresca dai quadranti settentrionali che determinano ancora instabilità sulle zone ioniche della Sicilia e su gran parte della Calabria: non sono mancati fenomeni localmente di forte intensità sull’entroterra calabro, come quelli che hanno interessato alcune zone del vibonese prossime ai rilievi. Il grafico qui a lato mostra l’andamento delle precipitazioni ad Arena (fonte dati Centro Funzionale Multirischi della Calabria), interessata dal violento acquazzone subito dopo le ore 11 del mattino.