Febbraio ha sino ad oggi mostrato diversi aspetti meteorologici difettando, come chi lo ha preceduto, di una corposa azione fredda e nevosa, classica dinamica invernale registratasi solamente in un frangente dicembrino.
E’ iniziato sotto una veste piovosa e mite, con nevicate in montagna; poi, con il passare dei giorni, è tornato a persistere il regime anticiclonico, eccezion fatta per qualche sporadico e blando fenomeno al centro-sud (più intenso nei giorni scorsi in alcuni luoghi – vedi Silano), con belle giornate, temperature nella norma e stabilità atmosferica.
L’asse anticiclonico, leggermente inclinato ad ovest/nord-ovest ha contribuito a far penetrare aria fredda da oriente con un moderato ingresso umido nella bassa/media troposfera; ecco spiegate le sparute fioccate sui settori interni dell’appennino e la nuvolosità lattiginosa presente in diverse zone centrali.
Si è trattato per lo più di uno strato di nubi dove erano presenti degli stratocumuli, altocumuli e qualche altostrato translucido, dovuti all’umidità filtrata in questa configurazione sinottica.
In questo contesto, dove l’aria fredda si è insediata, abbiamo registrato diffusi valori minimi negativi, anche di diversi gradi sotto lo zero, nebbia e foschia nelle valli ed, in particolare al centro-sud, un sole sempre più luminoso ed intenso nelle ore calde della giornata.
Il classico contesto anticiclonico contraddistinto dall’escursione termica, ancora più evidente in questo periodo considerato lo sbalzo dal tepore delle ore centrali diurne al rigore di quelle notturne.
Nel frattempo, mentre l’Hp si dispone per una parziale meridianizzazione, dal settore orientale europeo scende una colata di aria polare/continentale davvero cruenta; il nocciolo freddo e perturbato di questa saccatura produrrà i maggiori effetti nell’est europeo ma, grazie ad un lieve west shift della struttura anticiclonica, sarà possibile un interessamento termico della Penisola, la quale subirà gli effetti del rigido ingresso ad 850hPa, con ovvie ripercussioni per il suolo, e qualche fenomeno al sud.
Nuova neve ad Atene? Negli ultimi anni sembra diventata la New York dell’Egeo.
Al contempo, mentre i massimi pressori hanno centrato un obiettivo più occidentale, spostando di quel poco l’asse dell’Hp, si approfondirà la depressione nel medio Atlantico che, con il passare dei giorni, potrebbe coadiuvare un pattern semi-zonale o zonale, in linea con le condizioni teleconnettive dell’Artic oscillation, dell’East Atlantic Jet e dell’ Atlantic Multidecadal Oscillation.
L’irruzione continentale apporterà un deciso raffreddamento dei bassi strati e l’attivazione di correnti settentrionali ed orientali gelide ma ci sarà un prolungamento, in sostanza, delle condizioni secche, con assenza di precipitazioni.
Ovviamente, vista la tendenza “ballerina” dei modelli è bene ritornare sulla previsione, specie sul lungo raggio, anche se possiamo grossolanamente ipotizzare il proseguo meteo-climatico dei prossimi 7-10 giorni.
Osservando gli index teleconnettivi e guardando qualche movimento barico proposto dai modelli riusciamo, forse, a puntare il dito verso la terza decade, l’unica che potrebbe riservare una irruzione ciclonica e fredda per la Penisola.