Tempesta di neve sulla costa nord-orientale degli Stati Uniti, New York e Boston sotto oltre 30 centimetri di neve Prima è toccato all’Europa, ora è la volta degli Stati Uniti: sul Continente Europeo neve e gelo hanno condizionato non poco il week-end appena trascorso soprattutto in Francia e Belgio, a causa delle forti nevicate dei giorni antecedenti al Natale. Dall’altra parte dell’Oceano, ora sono gli USA a risentire pienamente dei forti rigori invernali e, come capita quasi ogni anno, anche la capitale statunitense è colpita da un evento nevoso di moderata intensità.
La tempesta di neve sta colpendo con i fenomeni più intensi tutta la vasta area compresa fra Boston e Washington: annullati migliaia di voli in partenza dagli aeroporti di New York, Philadelphia e Boston, con conseguenti altissimi disagi per i tantissimi passeggeri di ogni nazionalità in viaggio per le feste. Fino a questo momento (negli USA non è ancora l’alba), sono già caduti oltre 30 centimetri di neve sull’aeroporto internazionale di Newark, mentre circa 15 centimetri ricoprono lo scalo Kennedy.
Altre intense precipitazioni nevose potrebbero portare il manto nevoso a raggiungere livelli prossimi al mezzo metro non solo a New York, ma anche a Boston e Providence. In virtù di queste previsioni, il sindaco di New York ha suggerito alla popolazione, ma anche ai tantissimi turisti di evitare l’uso dell’auto sulla Grande Mela Come succede ogni anno, New York è pronta ad affrontare l’emergenza neve, con centinaia di mezzi e tonnellate di sale per sciogliere il ghiaccio. Problemi anche al traffico su rotaia, con la sospensione del servizio fra New York e Boston.
Da cosa deriva quest’ondata di duro maltempo invernale? In gergo questi eventi nevosi vengono chiamati anche “monster storm”: l’intensità dei fenomeni deriva dalla presenza di una profonda depressione, attualmente collocata appena ad est della costa atlantica di Boston e New York. L’Atlantico ed il contributo della Corrente del Golfo forniscono di notevole energia questa bassa pressione, con l’aria artica che nel frattempo accorre appena più ad ovest (lungo il ramo occidentale del nocciolo perturbato), dopo esser scesa dal Canada ed aver invaso le pianure centrali statunitensi.