L’ultimo scorcio d’estate sta palesando i connotati ancora pienamente tipici della bella stagione. Il merito è dell’Anticiclone delle Azzorre, finalmente in grado di protendersi con decisione dal Vicino Atlantico verso il cuore del bacino del Mediterraneo e su gran parte dei settori centro-occidentali europei.
Il declino estivo appare tutto sommato non ancora così prossimo, fin tanto che questa vasta figura altopressoria riuscirà a coprire buona parte dell’Europa Centro-Meridionale, impedendo ai sistemi perturbati atlantici di portarsi a latitudini più basse della Gran Bretagna o della Penisola Scandinava.
Come sottolineato ieri, l’Anticiclone delle Azzorre, a differenza dei promontori di matrice nord-africana, non si presenta con una struttura particolarmente solida alle quote superiori dell’atmosfera, permettendo delle infiltrazioni d’aria fresca in quota che vanno a collidere con il forte riscaldamento diurno nei bassi strati, operato dal soleggiamento.
In tal modo, le condizioni meteo non si presentano dappertutto stabili nell’arco delle 24 ore, ma nelle ore più calde vi sono frequenti occasioni di rovesci temporaleschi a macchia di leopardo principalmente a ridosso dei rilievi montuosi, laddove l’aria a contatto col suolo è maggiormente invitata a salire verso l’alto alimentando le strutture nuvolose (cumulonembi) temporalesche.
Si tratta di capricci meteorologici talvolta abbastanza consueti anche nelle fasi centrali della stagione estiva, in questo caso ulteriormente acuiti dalla presenza di una relativa debole sacca d’aria fredda in quota, il cui perno si trova posizionato sulle regioni centrali.
Questa insidiosa presenza d’aria fresca in quota è una miccia favorevole alla genesi, in queste ore più calde, di manifestazioni temporalesche. Se nella giornata i temporali più organizzati interessavano i settori appenninici settentrionali, quest’oggi bisogna spostarsi più a meridione per ritrovare i focolai temporaleschi più attivi.
Le principali celle temporalesche stanno infatti agendo lungo alcuni settori appenninici centro-meridionali, sull’Alto Lazio e sui rilievi lucani. La Sicilia è tuttavia la zona maggiormente interessata da estese celle temporalesche, la cui base si alimenta sui rilievi a ridosso delle coste settentrionali e le sommità di queste nubi temporalesche vanno a finire in mare aperto.
Non mancano inoltre rovesci temporaleschi in Corsica e su alcuni settori orientali della Sardegna. Anche su quest’ultima, le correnti in quota favoriscono lo sconfinamento dei temporali fin sulle coste, come sta accadendo sui settori sud-orientali del cagliaritano (temporale segnalato nei pressi della stazione meteo di Capo Carbonara).
Durante le prossime ore i temporali si formeranno anche lungo alcune zone alpine, seppure in forma meno organizzata di quelli in atto al Sud. Al momento è presente solo cumulogenesi lungo la cerchia alpina, ma su questi settori i temporali scoppiano di frequente con un certo ritardo, a ridosso della sera.
Nessuna variazione è attesa nel corso dei prossimi giorni, in quanto la debole goccia fredda resterà quasi stazionaria, in lento movimento verso i versanti del medio-basso adriatico, continuando ad esaltare i contrasti termici nelle ore più calde diurne. Le temperature continueranno a rimanere pressoché normali con caldo assai sopportabile, grazie all’insistenza di una concomitante debole circolazione generalmente settentrionale.