In questi giorni, i tanti meteo appassionati che quotidianamente affollano i vari siti di meteorologia, sono alle prese con una spasmodica lettura dei modelli di previsione. Un esercizio che ripercorre le stesse strade durante la stagione invernale, mentre sovente perde importanza in quella estiva, momento in cui il tempo disegna scenari barici stabili e ben poco dinamici.
Il periodo in essere, comunque, prescindendo dall’osservazione del calendario potrebbe addirittura essere rivisto come una prosecuzione dell’estate appena trascorsa. Di frequente, le nostre regioni, sono state preda dell’azione stabilizzante anticiclonica subtropicale, con intrusione di aria calda dai quadranti meridionali. Valori termici spesso oltre le medie, intervallati da alcune incursioni fredde, la più intensa ad inizio mese.
Ma tutto ciò non può certo bastare ad alleviare una grave situazione di siccità che si protrae da tempo. Se non fosse per le precipitazioni giunte a settembre, figlie di gocce fredde insinuatesi in un contesto anticiclonico, o di quelle cadute ad ottobre, oggi ci troveremo a commentare un autunno tra i più secchi dell’ultimo secolo. Ecco perché i modelli rappresentano l’ancora di salvezza, la speranza, il desiderio che qualcosa prima o poi si sblocchi.
Meccanismi dinamici che, ad onor del vero, non sono mai mancati, ma che nel funzionare hanno relegato il Mediterraneo centrale a sede anticiclonica. Ora, o meglio, da qualche giorno, si intravedono segni di cambiamento. In seno all’Atlantico viene a crearsi una vasta ansa depressionaria, figlia di un’ampia ondulazione ciclonica, i cui effetti sono già visibili all’osservazione del satellite. L’immagine del mattino mostra infatti corpi nuvolosi più o meno compatti giungere in prossimità della Penisola Iberica, delle Azzorre e delle coste occidentali marocchine.
Altrettanto facilmente si può notare la vasta campana anticiclonica a protezione delle nostre regioni. Cieli pressoché sgombri da nubi, in particolare al Centro Sud lato Adriatico, mentre al Nord si scorgono le prime avvisaglie di quell’aumento nuvoloso che culminerà al pomeriggio portando, localmente, piovaschi tra alto Piemonte, alta Lombardia occidentale, Levante Ligure ed entroterra toscano. Fenomeni sospinti da tese quanto umide correnti meridionali, la cui azione porterà un generale aumento delle temperature.
Ma nonostante il carico d’umidità in arrivo, avremo una dissoluzione delle nebbie che, stamane, vengono segnalate in alcune zone del Nord, leggasi zona dei Laghi, e del Centro, in valli interne prossime ai rilievi. Il residuo freddo dei giorni scorsi, ancora avvertibile al primo mattino, lascerà spazio a temperature più miti che, specie al Sud, si porteranno su valori oltre le medie stagionali.
Cenni di cambiamento, dunque, che potrebbero culminare nel weekend con precipitazioni che andrebbero a raggiungere altre zone dello stivale, in particolare al Centro Nord. Il Meridione pare restare ai margini del peggioramento, ma dovremo necessariamente aggiornarci onde considerare i possibili, quanto probabili aggiustamenti di tiro che proporranno i modelli di previsione da qui alle prossime 48 ore.