Marzo è capace spesso di mostrare un volto invernale, talvolta può presentare persino condizioni di gelo estremo: irruzioni fredde memorabili si possono ricordare anche in tempi abbastanza recenti, fra le quali a molti verrà in mente il marzo 2005. Tornando più indietro, il marzo 1971 è stato certamente uno dei mesi passati alla storia climatica italiana, oltre che europea. La prima decade di quel marzo di ben 45 anni trascorse con temperature glaciali, specie al Nord (fin sotto i -10°C su Torino), e abbondanti nevicate in pianura su molte aree dell’Italia, anche al Centro-Sud. L’ondata di freddo scaturì dall’ingresso un potente nucleo d’aria gelida di matrice continentale, visto in questa mappa sottostante riferita al giorno 7 marzo.
La fase clou entrò nel vivo a partire dal 3 marzo: a Roma Urbe inizierà a nevicare consecutivamente per 5 giorni, lasciando al suolo un totale di ben 18 cm di neve fresca. Sempre Roma raggiunge la temperatura più bassa il giorno 3 toccando i -4.9°C, quasi bissati dai -4.8°C registrati poi il giorno 7. Il giorno 5 nevicò su Napoli, con la neve che cadde sul capoluogo campano addirittura per ben 3 giorni di seguito. A Trieste, nello stesso giorno, la temperatura raggiunge il picco di -6.3°C, con la massima fissata a -0.7°C: giornata di ghiaccio con super sferzante vento di Bora. Il giorno 6 nevicò a Rimini, Firenze, di nuovo a Roma, persino a Cagliari. La neve continuava a cadere senza sosta anche su Bari e Napoli, evento del tutto inusuale.