Il nubifragio alluvionale, che ha ferito Roma e zone limitrofe, non appartiene certo a quelle tipiche dinamiche di maltempo che dovrebbero generalmente contrassegnare questo periodo autunnale, quando ormai mancano appena 40 giorni all’inizio dell’inverno meteorologico. Piuttosto, la violenza e la dinamica dei fenomeni parrebbero simili ad eventi temporaleschi cattivi che più spesso possono verificarsi nella tarda estate o nelle primissime fasi autunnali, allorquando si verificano i primi inserimenti di perturbazioni e masse d’aria fredda sul Mediterraneo.
Ma allora perché si è scatenato un episodio temporalesco di questa violenza? In tal senso non si può certo evidenziare quelle che sono state le anomalie così evidenti di tutta questa prima parte dell’autunno, dominato da scenari tipicamente estivi e con temperature che a più riprese hanno raggiunto livelli record mai registrati prima. Le classiche manovre autunnali non si sono quasi mai viste e questo ha permesso l’accumularsi di notevole energia (calore costantemente immagazzinato dal suolo siccitoso e dal mare) pronta ad essere spesa attraverso lo scatenarsi di eventi perturbati temporaleschi molto intensi.
In realtà, soprattutto nell’ultimo periodo, si è avuto uno stravolgimento meteo attraverso delle discese d’aria fredda da nord: non le tipiche dinamiche autunnali, ma semmai delle avvisaglie di clima quasi invernale. Il raffreddamento del clima appariva congeniale per attutire quelle anomalie termiche rimaste immagazzinate a lungo per il clima da tarda estate che ha dominato fino ai primi giorni d’ottobre. Un autunno quindi di notevoli sbalzi termici, ma il calo termico recente sembrava la strada cercata da Madre Natura per sopire quei contrasti potenzialmente esplosivi. Contrasti che in parte si erano già fatti ben presente sulle regioni del Sud Italia, le uniche martoriate da frequenti fasi di forti temporali in questo stravagante autunno.
Alla fine invece è accaduto qualcosa d’impensabile: un bestione temporalesco si è accanito proprio su Roma, facendo ancor più clamore e danni perché l’area metropolitana è stata letteralmente mandata in ginocchio per diverse ore. Dopo che Roma ha dovuto subire solo qualche giorno fa le violenti azioni di manifestanti che hanno sfasciato vetrine e dato fuoco alle auto, stavolta la Città Eterna si deve leccare le ferite per un evento meteo naturale ed imprevedibile, descritto dall’autorità come se fosse “un terremoto”. Di sicuro il maxi temporale per eccellenza, superiori agli eventi dell’autunno 2008, capace di colpire in maniera straordinariamente uniforme tutta la parte nord della provincia.
Punte di 160-180 mm, per quella che è stata una vera e propria alluvione lampo con rarissimi precedenti nella serie statistica di dati disponibili per la Capitale e con tempi di ritorno probabilmente non inferiori ai 30 anni. A conferma della violenza di un episodio temporalesco con natura dalle parvenze decisamente quasi post-estive, emerge in tutta evidenza anche il dato delle scariche elettriche: in poche ore, fino alla fase centrale di questa mattina, ben 7mila fulmini si sono scaricati in un territorio ristretto del Lazio fra la capitale ed i territori nord della regione. Una cifra davvero notevole per questo periodo, ancor più se comparata al fatto che il record stabilito nel 2010 era stato di 25 mila fulmini caduti su tutto il territorio nazionale in 24 ore.
Un ultimo dato da evidenziare che emerge, piuttosto raccapricciante, è quello della frequenza di eventi estremi sul Lazio ed in particolare su Roma: era solo qualche mese fa all’inizio di luglio, piena estate, quando un violento nubifragio colpì parte del Viterbese e la stessa Capitale. Anche in questo caso un evento con tempi di ritorno almeno decennali. L’autunno ha finora fatto da comparsa, ma forse non vuole continuare ancora a fare da semplice spettatore (in attesa di consegnare il testimone all’inverno), come sembrano confermare le proiezioni relative all’evoluzione meteo per la prossima settimana: questo di Roma potrebbe essere quindi solo un segno del passaggio al tradizionale autunno, anche se non resta che augurarci il fatto d’essere risparmiati da ulteriori episodi di maltempo così intensi.