Partiamo da una considerazione climatica. Gli anni 2000 hanno ormai evidenziato un trend consolidato climatologicamente parlando, trend dominato dagli scambi meridiani, con una graduale scomparsa del protagonista atlantico dalle scene climatiche italiane.
Le cause di questo drastico cambiamento, vanno imputate, a mio avviso, al particolare comportamento del jet stream con una totale scomparsa del getto subtropicale in sede atlantica, responsabile della zonalità bassa che tanto i nostri amici piemontesi e liguri ricordano con nostalgia, e con un getto polare confinato ad alte latitudini. Ma il cambiamento del Jet Stream poggia a sua volte le basi, a mio avviso, sullo spostamento verso nord delle celle di Hadley e Ferrel, la cui responsabilità, a sua volta, va imputata ad un anomalo riscaldamento dell’Oceano Atlantico.
Trovare le cause di questo riscaldamento e le possibili conseguenze riguarda ancora il lavoro di ricerca scientifica, ma esporrò il mio parere in merito in un prossimo articolo. Capire inoltre se questo cambiamento sarà ciclico o definitivo è impresa ardua, ma per il momento in questo articolo esporrò una delle tante conseguenze di questa anomalia che riguarderà l’Italia nei prossimi giorni.
Nel titolo del mio articolo ho parlato di autunno all’orientale, infatti la circolazione orientale come previsto nei miei scorsi articoli si impadronirà della nostra penisola con un classica circolazione invernale determinata da un’alta pressione scandinava che permetterà a correnti e gocce fredde di alimentare una zona depressionaria quasi permanente sul Mediterraneo centrale.
Da questa situazione non ne usciremo facilmente e soprattutto non ne usciremo presto, infatti quando una macchina fisica raggiunge un determinato equilibrio stabile (in questo caso una lacuna barica sul Mediterraneo) è difficile che lo lasci facilmente.
Dunque le conseguenze di questo stato di cose sono abbastanza semplici:
le precipitazioni saranno diffuse ma con una predisposizione a colpire sempre le stesse regioni, segnatamente quelle meridionali in genere e le adriatiche; il nord ovest e la Toscana potrebbero rientrare nei giochi precipitativi solo se la struttura barica evolvesse verso ovest, ma stante la figura altopressoria atlantica non sarà una cosa facile. dDversa invece la situazione per le regioni centrali adriatiche ed il Sud con eventi precipitativi che potrebbero anche assumere tratti alluvionali segnatamente in Puglia, Calabria ionica e Sicilia. Precipitazioni abbondanti ma non drammatiche interesseranno invece le regioni centrali adriatiche, tutto in un contesto termico in media o leggermente sottomedia per il continuo afflusso orientale.
Come ne usciremo? Stante il comportamento fortemente anomalo del jet stream potremmo uscirne in due maniere: con l’affermarsi di una alta pressione tropicale, ma reputo questa possibilità seppur possibile poco probabile vista la debolezza del VP; oppure con l’arrivo di una circolazione nord atlantica, che potrebbe rompere l’equilibrio attuale delle cose.
Termino con una considerazione, se una configurazione del genere si fosse presentata in gennaio con un’alta pressione termica sulla Scandinavia, avremmo assaggiato un evento nevoso per l’Italia storico, l’esperienza mi dice che è improbabile che una situazione di blocco così favorevole si ripeta ancora nei prossimi mesi, ma dicevamo così anche l’anno scorso parlando della perseveranza dell’anticiclone subtropicale sulle nostre teste…