Ormai non li contiamo più. Cosa? Beh, i giorni d’analisi che hanno evidenziato l’asprissima disputa tra l’Anticiclone Africano e le grandi perturbazioni atlantiche. Si va avanti così da inizio luglio e osservando l’immagine satellitare di stamane non possiamo far altro che confermare quanto detto: la battaglia continua. Ma…
Già, c’è un ma… rispetto a quanto accadeva giorni addietro, oggi scorgiamo una maggiore vicinanza del flusso perturbato oceanico. Ne abbiamo evidenziato la collocazione tramite frecce: siamo ormai a ridosso delle Alpi e l’ulteriore calo di latitudine nelle prossime 48 ore accrescerà gli sbuffi d’aria umida anche su di noi. Sapete che vuol dire? Che l’instabilità pomeridiana, quella che scatena i temporali montani, inizierà a pigiare sull’acceleratore.
L’Alta africana resta ben radicata sulle nostre teste e nonostante i continui attacchi da ovest e da nord non intende abdicare. E’ per questo che anche nella seconda parte settimanale dovremo fronteggiare temperature elevate, seppur in calo rispetto alla fase apicale dell’ondata di calore. E la speranza è che le flessioni confermino quel rientro nelle medie termiche stagionali ipotizzate a suo tempo.