La cruenta lingua termica sub-tropicale africana concentrerà nelle prossime ore le sue calde attenzioni sulle Nostre regioni centro-meridionali dove, nella bassa troposfera (1500 metri circa), registreremo valori compresi tra i +26°C/+28°C.
E sempre tra le Nostre isole Maggiori e le estreme regioni meridionali italiche, valori di geopotenziale pari a 598 dam all’altezza di 500 hPa (5500 metri circa), ci danno l’idea della forza espansiva dell’anticiclone afro-mediterraneo.
Ma in Atlantico qualcosa si muove.
Una ripresa dell’anticiclone delle Azzorre in aperto Oceano, darà un’impronta parzialmente zonale al flusso perturbato atlantico, così da permetterle una maggiora forza penetrativa in seno al Vecchio Continente.
Ma il peso dell’aria fresca in quota, contenuta all’interno del suddetto trend ciclonico atlantico, avrà inevitabili ripercussioni anche sulla nostra Penisola. Infatti, già dalla sera-notte, una moderata ondulazione ciclonica (sia in quota che al suolo) interesserà le regioni settentrionali italiche e parzialmente quelle del Centro, aree pronte ad accogliere aria decisamente più fresca in quota che già si addossa sull’arco alpino.
Viste tali premesse, temporali interesseranno il settore alpino, anche nelle ore notturne.
Domani, sabato, il flusso atlantico in quota si mostrerà più attivo sull’Italia, provocando una flessione delle termiche nella bassa troposfera, specie al Nord e al Centro (termiche tra +13°C/+16°C, valori localmente interiori sui settori alpini più settentrionali).
L’Africano, costretto alla ritirata, si rifugerà sulle estreme regioni meridionali e sulla Sicilia, che verrà lentamente abbandonata dalla +27°C (bassa troposfera).
Spifferi di maestrale interesseranno i bacini di ponente e il settore tirrenico, grecale moderato sull’alto settore adriatico e sul Triveneto, aree queste ultime soggette ad addensamenti nuvolosi associati a rovesci o temporali.
Domenica, l’alta pressione dinamica oceanica si espanderà con una gobba mediamente pronunciata verso l’Europa settentrionale, separando l’attività perturbata atlantica in due differenti fasi cicloniche, una delle quali si concentrerà sull’Europa orientale.
I massimi pressori al suolo, evidenziabili tra le Nostre regioni settentrionali e parte delle regioni centro-orientali europee, non proteggono appieno l’Italia dalle correnti in quota più fresche atlantiche, le quali tendono a scivolare più attivamente sul comparto adriatico (termiche nella bassa troposfera tra +15°C/+16°C). Più caldo in Sicilia e in Sardegna, ai margini del flusso atlantico e dove resisteranno termiche (bassa troposfera) dell’ordine di +20°C/+21°C.
Lunedì, nuovo spostamento dell’area depressionaria vorticosa polare in Atlantico e nuova feroce offensiva del mostro caldo sahariano sul bacino mediterraneo occidentale, la +24°C nella bassa troposfera in serata sulla Sardegna sud-occidentale.
Martedì, nuova e pericolosa asse di saccatura nord est – sud ovest che lambisce i confini occidentali europei e nuova dettata espansione del forno sub-tropicale africano verso il Mediterraneo centrale.
Quale evoluzione?
Il medio termine secondo il modello americano
Fornace si, fornace no.
Secondo le ultime elaborazioni numerico-previsionali del modello americano in esame, la sempre viva attività depressionaria atlantica non mostrerebbe significative velleità meridiane, non suscitando quindi delle risposte più dirette e incisive dell’Africano in sede mediterranea.
Ci riferiamo alle termiche più calde, alle bolle di calore più cruente, poiché in realtà l’anticiclone africano lieviterebbe in area mediterranea nel corso della prossima settimana (e con esso il caldo), ma sarebbe limitato e calmierato dall’attività vorticosa atlantica che di tanto in tanto abbasserebbe il tiro lambendo le Nostre regioni settentrionali (soggette alle solite manifestazioni temporalesche).
Monitoriamo con attenzione.
Il lungo termine secondo il modello americano
Attività vorticosa polare nord-europea in penetrazione mediterranea?
E’ presto, ci ritorneremo.