Il soffio rovente africano si è ormai esaurito, ma ha lasciato la sua traccia anche a nord delle Alpi: venerdì 26 agosto in Austria si sono misurati valori termici sensazionali, con la punta massima di +38.2°C a Krems (nuovo record). Notevoli anche i +38.1°C di Langenlois, mentre sono da primato assoluto anche i +36.4°C di Kremsmuenster. L’arrivo del fronte freddo ha procurato un inevitabile crollo termico, con spruzzate di neve giunte fino a 1500 metri d’altezza. I temporali hanno colpito duro sull’Europa Centrale per più giorni. In Francia la fase acuta del maltempo con un’ondata di precipitazioni convettive si è avuta nella notte fra il 25 ed il 26 agosto: allagamenti nella zona della Senna Marittima e nell’Eure, dipartimento della regione dell’Alta Normandia.
Forti allagamenti nella città di Evreux (dove sono caduti 37 mm in 24 ore fino alle 18 UTC del 26 agosto) e circondario, ma il record di pioggia spetta a Lione con oltre 50 millimetri, tutte zone già fortemente colpite dai temporali dei giorni precedenti. Il forte vento ha causato ingenti danni a Grenoble. Queste precipitazioni, per quanto dannose, stanno comunque aiutando a risolvere i problemi gravissimi della siccità primaverile e dell’inizio dell’estate, non del tutto risolto: ulteriori 17 dipartimenti (totale di 62) hanno per fortuna beneficiato dei risarcimenti legati ai danni agricoli causati dall’assenza di precipitazioni.
Gran caldo in Albania venerdì 26 agosto, con la punta massima di +40.6°C a Qyteti Stalin, +40.2°C a Gjirokastra e +40.0°C a Shkodra. Sempre in Albania si sono misurati +39.5°C a Durazzo, valore che è il nuovo record. La località più calda dei Balcani è stata Podgorica, in Montenegro, con ben +40.8°C. Vicinissime ai 40 gradi le località bosniache di Mostar, Zenica e Banja Luka, che hanno tutte registrato una temperatura di +39.5°C. Sabato 27 agosto caldo più contenuto, solo Banja Luka, in Bosnia, ha avvicinato i 40 gradi replicando il valore del giorno precedente, pari a +39.5°C.
Il sud-est del Guatemala è stato investito da forti piogge, le quali hanno causato allagamenti che hanno ucciso cinque persone, fatto quattro dispersi e centinaia di case danneggiate (ben 6237 persone le persone direttamente colpite dalle conseguenze dell’evento perturbato). Le vittime si sono registrate nella città di Cuilapa dopo lo straripamento del fiume San Juan. Oltre cento le persone evacuate, mentre 1.243 case hanno subito danni significativi.
Il tifone Nanmadol ha colpito le Filippine, lasciandosi dietro (ma è solo un bilancio provvisorio) almeno 13 fra morti e dispersi, e sta ora dirigendosi verso Taiwan. Nanmadol, con venti fino a 230 km orari, è il tifone più violento che abbia colpito le Filippine quest’anno. Nell’isola settentrionale di Luzon oltre 20.000 persone sono state evacuate dalle regioni costiere verso le regioni montagnose dell’interno.
Precipitazioni torrenziali: nelle sole ultime 24 ore (tra le 06 UTC del 27 e le ore 06UTC del 28 agosto) si sono avuti ben 359 mm a Laoag, 295 mm a Baguio, 160 mm a Vigan e 159.6 mm a Calayan. Secondo i meteorologi, Nanmadol (il nome è quello di un’antica capitale della Micronesia) arriverà a Taiwan martedì con potenza accresciuta dalla lunga traversata in mare. Il sud-est asiatico è colpito in media da una ventina di tifoni l’anno: il prossimo potrebbe essere Talas (attualmente tempesta tropicale), generatosi ad est di Nanmadol, che minaccia il Giappone, compresa Tokio, già in stato di pre-allerta. In luglio due tempeste, Nock-ten e Muifa, avevano fatto almeno 70 morti nelle sole Filippine.