Giunti in prossimità del naturale giro di boa di una stagione invernale ancora avara di bianche soddisfazioni, ci si ritrova ad affrettare conclusioni che nascondono al loro interno un mix tra la rassegnazione e la speranza tramutata in scaramanzia. Si sa bene che spesso il passaggio chiave della stagione è rappresentato dall’ultima decade di gennaio e l’inizio di febbraio. Ma talvolta si cerca di prevedere laddove nemmeno i modelli matematici di previsione sono capaci. Si cercano delle risposte a dei desideri ancora irrealizzati.
E cosi si giunge ad un punto nel quale il bivio verso un qualcosa in grado di risvegliare il nostro entusiasmo è oramai realtà. L’incubo ricorrente dell’alta pressione stazionante sulla nostra penisola sembra pian piano svanire nel tempo che gradualmente incede. Il tempo dedicato a mappe variamente colorate lentamente cresce. E con esso l’emozione o la delusione nell’osservare con passione i vari run nei loro quotidiani aggiornamenti.
Sappiamo bene quanto sia difficile o talvolta irriverente accettare con distacco una proiezione che sopisca il sogno che il colore blu possa effettivamente tramutarsi in realtà. Si spera, si sogna, si desidera, ci si emoziona. Si confida ora dopo ora in delle elaborazioni che possano racchiudere in se non tanto i più o meno noti parametri atmosferici. Bensì le speranze, i sogni, i desideri e le emozioni che si vorrebbero garantite.
Ma il tempo passa e quel che veniva promesso per un determinato momento viene stravolto, traslato nel tempo. Ed ecco allora che il non accettare un qualcosa che sfugge al nostro controllo, ci porta ad emettere delle sentenze ricorrenti. E se il proseguo dovesse rappresentare l’affermazione dei nostri giudizi, a fine stagione si potrebbe dire “avevo ragione”. Se invece ciò che inconsapevolmente viene definito come certezza, e che consapevolmente consideriamo una sorta di rito scaramantico dovesse riflettere l’opposto, allora si sarebbe pronti ad esplodere in un tripudio di emozioni di fronte ad un sogno tramutatosi in realtà.
Solo chi è in grado di vivere queste emozioni ha dentro se la vera passione per la meteorologia. Semplicemente con la visione di una carta frutto di complessi calcoli matematici. Semplicemente con l’osservazione del mutare dei colori come falsa rappresentazione della transizione da una stagione alla nuova.
Ogni persona che esplora questo splendido mondo scientifico avrà certamente assaporato le gioie e i dispiaceri (relativi) che esso è in grado di fornirci. Anche chi giornalmente lavora ed elabora previsioni non può rimanere immune dall’emozione che si prova ogni qualvolta lo spazio temporale che lo separa dalla materializzazione di un blu acceso si riduce visibilmente.
A stento si trattiene la soddisfazione e la trepidazione. Si vorrebbe scrivere con certezza “ondata di gelo e neve sull’Italia” ma poi ci si ritrova a dover fare i conti con la prerogativa di chi fa questo mestiere. L’obbiettività e la prudenza. Peculiarità che risiedono nella stessa imprevedibilità della previsione meteorologica. Ma non per questo non ci si emoziona nel poter stilare una prospettiva dai bianchi colori. Con la speranza che anche quest’anno il tempo offra la possibilità di rivivere e riassaporare certe sensazioni.