Atlantico scatenato:
è circa una settimana che le perturbazioni Atlantiche condizionano il nostro tempo. Nulla a che vedere con quel che succede nel nord Europa, ma perlomeno sono servite a rompere la monotonia anticiclonica precedente. L’ultima in ordine di tempo è quella che sta investendo il Centro Nord e che ha causato danni e disagi su Roma e Provincia.
Neve in vista per l’Appennino:
attualmente le miti correnti atlantiche stanno relegando le precipitazioni nevose al di sopra dei 1800/2000 m. Nei prossimi giorni, giovedì in particolare, il passaggio di un nucleo d’aria relativamente più fredda dovrebbe determinare un consistente abbassamento della quota. Nelle aree centro settentrionali si andrà verso i 1200 m, mentre in quelle meridionali si imbiancheranno le cime più alte.
Prepariamoci a forti venti:
l’aria fredda, se tale la si può definire, sarà seguita da un ritorno dei venti occidentali. Un’area di Bassa Pressione, molto profonda, si porterà in Scandinavia e condurrà un ampio fronte perturbato contro le Alpi. La ventilazione registrerà un’accelerazione, tant’è che venerdì e sabato potrebbero ripresentarsi mareggiate lungo le coste tirreniche. Ma ci sarà anche il foehn, che spazzerà le zone esposte.
Infine l’Inverno:
molti di Voi continueranno ad esser scettici. Ma alla luce del fatto che i Modelli intrapresero questa strada una decina di giorni or sono, dovete darci atto che la linea evolutiva è stata centrata. Adesso resta da capire quali saranno gli effetti in termini di precipitazioni e di freddo.
Le ipotesi plausibili:
la più probabile è che l’irruzione, procedendo sull’Europa centrale, si addossi alle Alpi e scelga di sfociare nel Mediterraneo sia dalla Valle del Rodano che dalla Porta della Bora. Potrebbe scavarsi un minimo ciclonico sul Mar Ligure o sull’alto Tirreno, che andrebbe a risucchiare l’aria fredda spostandosi verso sud. Tale ipotesi contempla nevicate alle basse quote nelle regioni Centro Settentrionali. Altra ipotesi, al momento la meno probabile, è che l’irruzione non riesca a propagarsi così a sud con effetti un po’ smorzati su tutte le nostre regioni.
L’evoluzione successiva:
L’incursione Artica potrebbe rivelarsi un breve intermezzo. In seguito, sino a fine anno, la situazione potrebbe tornare ad assumere connotati simili all’attuale. Ma c’è un’altra ipotesi, certamente più affascinante. L’Anticiclone Russo sembra intenzionato a mettere il naso sull’Europa nord orientale e qualora l’Alta delle Azzorre riuscisse ad espandersi in quella direzione, si verrebbe a creare una configurazione propizia all’ingresso di un nucleo d’aria gelida continentale alle nostre latitudini.
Focus: evoluzione sino al 25 dicembre 2011
La settimana sarà condizionata da una spiccata variabilità. Transiterà un’altra blanda perturbazione, accompagnata da un calo termico, mentre in seguito torneranno i venti atlantici – come detto precedentemente saranno forti – riportando le precipitazioni lungo le regioni Tirreniche.
Da lunedì prossimo comincerà ad arrivare l’aria fredda. Si propagherà al Centro Nord e si assocerà ad un’area ciclonica foriera di precipitazioni. I fenomeni, considerando il forte calo termico, assumeranno carattere nevoso a bassa quota. Probabilmente sino alle alte colline. Il freddo, poi, dovrebbe raggiungere il Sud ma al contempo potrebbe arrivare una propaggine dell’Alta delle Azzorre determinando un miglioramento sulle regioni di ponente. Ecco che il Natale potrebbe trascorrere all’insegna del sole al Centro Nord e della variabilità nel Mezzogiorno. Le temperature risalirebbero, pur restando fredde soprattutto di notte.
Evoluzione sino al 30 dicembre 2011
Negli ultimi giorni dell’anno potrebbe tornare in auge la circolazione atlantica, con tutte le conseguenze del caso. Tuttavia non è da trascurare l’ipotesi continentale di cui si è discusso pocanzi.
In conclusione.
L’Inverno, finalmente, ha deciso di fare la sua comparsa anche sull’Italia. Sarà la svolta definitiva? Vedremo. Al momento non sembrerebbe, ma in meteorologia mai dire mai.