Il sistema meteorologico globale è costantemente in movimento, lo sappiamo. L’atmosfera cerca sempre di raggiungere un equilibrio che non potrà mai mantenere.
Tra i vari meccanismi che possono condurre alla ricerca dell’equilibrio globale abbiamo sicuramente le dinamiche termo-dinamiche nell’Oceano Pacifico tropicale orientale (ENSO), dove in questi giorni sta iniziando a comparire una tendenza al raffreddamento della superficie oceanica. Tale cambiamento indica una variazione di regime nei prossimi mesi ed è probabile – a questo punto – che un evento de “La Nina” possa verificarsi entro l’autunno 2020.
A livello tecnico è importante tenere d’occhio 3 importanti aree oceaniche. Un’area è la regione ENSO (El Niño Southern Oscillation) nell’Oceano Pacifico tropicale appunto. Per quanto riguarda gli impatti meteo climatici a livello globale questa è probabilmente la zona oceanica più famosa al mondo. Andando più in profondità, abbiamo un totale di 4 regioni ENSO. La regione principale, che esaminiamo per determinare/calcolare le varie fasi, è la regione ENSO 3.4, che copre sia la regione 3 che la 4, da cui il nome “ENSO 3.4”.
L’ultima analisi rivela un’anomalia negativa in via di sviluppo nelle regioni centrali ENSO. Le acque più fredde si stanno dirigendo a ovest, dal Sud America attraverso il Pacifico equatoriale.
Le previsioni attualmente tendono verso una fase negativa (La Nina) procedendo verso l’estate e l’autunno. La proiezione del modello NASA GEOS-5 sull’anomalia di temperatura nella regione ENSO 3.4 ci dice che entro la fine dell’estate dovrebbe essere inferiore a -0,5°C, quindi La Nina appunto. Entro fine anno potrebbe raggiungere un valore di -1°C, il che renderebbe questo un evento moderato.
Una fase negativa dell’ENSO è solitamente associata a una più intensa attività degli uragani nell’Atlantico, aumentando il rischio di landfall sulle numerose isole delle regioni tropicali e anche lungo le coste degli Stati Uniti.
Poiché un evento di questo tipo di solito può durare sino all’anno successivo, ha un impatto notevole anche sul clima invernale. Solitamente provoca la comparsa di un forte sistema di alta pressione nel Nord Pacifico e la genesi di alte pressioni sulle regioni polari. Ciò significa maggiori probabilità di depressioni a medie latitudini e quindi di irruzioni fredde anche in Europa (oltre ad Alaska, Canada occidentale e Stati Uniti settentrionali).
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