L’Anticiclone euro-atlantico, con massimi barici presenti tra Bretagna e Pirenei, è riuscito ad estendere in maniera più decisa il suo respiro verso le regioni italiane, attenuando così le correnti settentrionali presenti per tutto il fine settimana. Residue infiltrazioni d’aria fresca hanno lambito i versanti meridionali adriatici, apportando qualche modesto annuvolamento.
Si tratta di correnti settentrionali collegate alle masse d’aria ben più fredda che scendono verso la Penisola Balcanica ed il Mar Nero. Un nuovo nucleo d’aria gelida polare si sta portando dalla Penisola Scandinava verso le nazioni dell’Europa Orientale, ove porterà un’ulteriore crescita del freddo. Non possiamo certo sottovalutare questi movimenti, in quanto le attuali previsioni confermano come l’aria fredda dall’Europa Orientale tenderà poi ad irrompere verso il nostro Paese subito dopo Natale, grazie ad una congeniale corrispondenza barica.
La presenza anticiclonica si manifesta molto chiaramente dalla presenza d’aria più mite e temperata in quota, rispetto a quella più fresca al suolo. Non è certo una stranezza nei periodi di calma anticiclonica invernale, quando si creano con facilità le cosiddette inversioni termiche, ovvero il ristagno d’aria umida e più fresca negli strati più bassi prossimi al suolo. Sulle valli alpine le temperature sono scese localmente sui valori più bassi rispetto a quelli rilevati in alta montagna, a quote superiori ai 2000-2500 metri.
Con le forti inversioni termiche, sono tornate anche le nebbie a dominare la scena meteorologica di quest’inizio di settimana natalizia. Molte località pianeggianti e vallive del Centro-Nord hanno visto la formazione delle nebbie, più frequenti nelle ore più fredde della giornata, quando hanno dato luogo a frequenti brinate ed episodi di galaverna. Su alcune zone della Val Padana la coltre nebbiosa ha insistito anche in pieno giorno, mantenendo molto basse (in qualche caso al di sotto dei 5 gradi) le temperature diurne in alcune città, fra cui Milano, Torino e Parma.
La causa delle nebbie è da ricercare nella scarsa ventilazione causata dall’Anticiclone che ha portato il baricentro più vicino alle nostre regioni. Si è così avuto un ristagno della massa d’aria, a differenza di quanto accaduto nei giorni passati quando soffiano correnti settentrionali per via di un discreto gradiente barico. I venti settentrionali hanno portato episodi favonici in Val Padana, impedendo anche in queste zone così sensibili la formazione delle nebbie.
La struttura anticiclonica è in fase di progressivo invecchiamento, ma non cederà lo scettro prima che l’aria fredda da est ne determini un drastico cedimento, in coincidenza delle festività natalizie. Banchi di nubi basse si possono individuare dal Satellite fra Mare di Sardegna, Mar di Corsica e Mar Ligure: si tratta di nubi prodotte dall’inversione termica e dall’aria più umida e temperata a contatto con la superficie del mare già relativamente fredda. Deboli sbuffi sud/occidentali, nel corso della giornata di domani, potrebbero spingere questi addensamenti medio-bassi verso le coste liguri e dell’Alta Toscana. Altre nubi stratiformi del tutto innocue hanno interessato parte del Triveneto, per l’azione di un’onda orografica sottovento alla barriera alpina generata dalle correnti settentrionali in quota.
L’attuale situazione anticiclonica non subirà grossolane variazioni fino alla Vigilia di Natale, mentre dal giorno di Natale inizierà ad intravedersi quel cambiamento legato all’irruzione di correnti gelide dai Balcani, le quali dovrebbero portare, nei giorni immediatamente successivi, gran freddo e spruzzate di neve soprattutto al Nord.