Non sono state temperature degne di nota, le minime registrate sul plateau antartico nei primi quattro mesi dell’inverno 2005 dalle Aws del network gestito dall’Antarctic Meteorological Research Center di Madison (Wisconsin). A scorrere i rapporti a dieci minuti, nelle uniche due stazioni che possano ‘competere’ con Vostok i -80 °C non sono stati avvicinati. Ai 3.250 metri di quota di Dome C II, a poca distanza dalla base permanente italo francese Concordia, questi i valori più bassi registrati in ciascun mese:
22 aprile -75,4 °C
4 maggio -71,9 °C
8 giugno -70,8 °C
10 e 28 luglio -74,8 °C
A Dome Fuji invece, che coi sui 3.810 metri di quota è attualmente il più elevato punto d’osservazione antartico, si è andati poco al di sotto:
15 aprile -73,4 °C
21 maggio -76,0 °C
14 e 18 giugno -76,0 °C
31 luglio -76,5 °C
È stata dunque solo Vostok a toccare la mitica soglia, il 27 luglio, con -80,6 °C: un evento che, nella base russa, si registra ogni anno. E non per nulla i sovietici, al termine dell’Anno geofisico internazionale, smantellarono Sovetskaja e mantennero questa: convinti com’erano che, oltre una certa quota, si verifichi un’inversione termica che non conduce a temperature estreme tanto basse. L’assunto, infatti, è che siano tre gli elementi che concorrano a determinare le temperature minime del continente: la quota, la latitudine e la distanza dal mare. Sulla base delle ricerche sovietiche, poi confermate da centinaia di carotaggi (curve tautocrone), fin dalla metà degli anni Sessanta ci si convinse che le regioni mediamente più fredde fossero quelle intorno a Vostok e a Dome Fuji (a relativa distanza da dove gli americani, nel 1965-’69, impiantarono la base di Plateau Station). Le supposizioni circa il Polo dell’Inaccessibilità, la cui temperatura media annua estrapolata sarebbe più bassa di quella di Vostok, non sono mai state confermate. Le ricerche cinesi si stanno ora indirizzando alla realizzazione di una base permanente a Dome Argus (quota 4.039 metri) nella convinzione che lì si realizzino temperature più basse di quelle di Vostok: ma, finora, nessun dato è stato proposto a sostegno di questa tesi.
Un enigma, invece, rimane circa il motivo per cui, nella classifica delle temperature estreme, Vostok occupi i primi posti; anche se la quantità dei dati (dal 1958, pur con qualche interruzione) la vince nel gioco delle probabilità, non sembra elemento sufficiente a spiegare la singolarità. Ecco, comunque, la top ten delle temperature estreme (non definitiva, poiché gli archivi completi di Vostok sono accessibili solo fino al 1997):
Vostok, 21 luglio 1983 -89,2 °C
Vostok, 24 agosto 1960 -88,3 °C
Vostok, 25 agosto 1958 -87,4 °C
Sovetskaja, 9 agosto 1958 -86,7 °C
Plateau Station, 5 giugno 1968 -86,1 °C (-123,0 °F)
Vostok, 7 agosto 1958 -85,8 °C
Vostok, 8 agosto 1958 -85,5 °C
Vostok, 7 agosto 2005 -85,4 °C
Plateau Station, 24 agosto 1966 -85,1 °C (-121,1 °F)
Vostok, 8 settembre 1998 -85,1 °C
Da sottolineare come tali minimi sono stati tutti registrati in basi permanenti, poiché il record delle Aws si ferma a -84,6 °C, toccato il 26 agosto 1982 a Dome C. Per Plateau Station, tra parentesi sono riportati i dati ufficiali dell’U.S. Weather Bureau.
Note
La graduatoria presentata fa capo alle fonti cronologicamente più prossime alle registrazioni; sono già state discusse alcune disparità che appaiono in studi successivi. Ulteriori notizie:
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10528
https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=11238