Per dare un’idea dell’eccezionalità delle temperature che stanno caratterizzando il Plateau Antartico in questi giorni, ci si potrebbe immaginare, nel cuore dell’inverno, svariate punte al di là dei -90 °C che frantumino il record mondiale (-89,2 °C). Mai, prima d’ora, all’inizio dell’estate australe erano stati documentati valori inferiori ai -50 °C; da oltre 72 ore invece, questo limite viene ripetutamente superato in una regione vasta più dell’Unione Europea. La storia climatica della base russa Vostok (3.488 m) esprime lo stato delle cose. Il record del mese risaliva all’1 dicembre 1960, quando si erano raggiunti i -48,0 °C; da allora, cioè da mezzo secolo, ci si era avvicinati solo in tre occasioni:
1 dicembre 1965 -47,4 °C
1 dicembre 1970 -47,5 °C
2 dicembre 1983 -47,6 °C
Ciò che va sottolineato è come, in prossimità del solstizio (21 dicembre, 2338 UTC), le temperature crescano progressivamente; alla base americana del Polo Sud geografico (2.835 m), la media delle minime nella prima settimana del mese evolve in questo modo (norma 1958-2002):
1 dicembre -33,7 °C
2 dicembre -33,1 °C
3 dicembre -32,4 °C
4 dicembre -32,3 °C
5 dicembre -32,3 °C
6 dicembre -31,9 °C
7 dicembre -31,8 °C
In Antartide si sta vivendo il giorno polare che, a latitudini attorno agli 80°, si caratterizza per una forte escursione fra le ore di massima salita del sole sull’orizzonte e le successive. Detto questo, torniamo ai -48,0 °C del 1960 a Vostok: per cinque decenni, quel dato è apparso un limite pressoché invalicabile, registrato nell’anno mediamente più freddo da quando la base fu resa operativa (1958). Ma nel 2010, ecco il quadro registrato dagli strumenti:
1 dicembre -49,9 °C
2 dicembre -50,1 °C
3 dicembre -48,5 °C
4 dicembre -48,4 °C
Per ben quattro volte si è andati al di sotto del record, addirittura di 2,1 °C che, in questa fase stagionale, sono un’enormità (lo si nota nelle medie del Polo Sud). Quel che più desta stupore però, e dà conto dell’eccezionalità di cui si parlava, è la circostanza che vede altri due siti su livelli ancora inferiori. Alla stazione automatica Dome A (4.084 m), certo favorita dalla quota, l’1 e il 2 dicembre (giorno UTC) i sensori hanno registrato -51,4 °C mentre il 3 dicembre -51,3 °C; alla base italo francese Concordia (3.233 m), in esercizio dal 2005, queste le minime (anche qui, giorno UTC):
1 dicembre -50,1 °C
2 dicembre -50,8 °C
3 dicembre -50,7 °C
Si badi: stiamo parlando d’una situazione generalizzata, perché tali siti distano tra loro alcune centinaia di chilometri. Cosa abbia favorito questa condizione di diffuso irraggiamento, al momento non è possibile dirlo. Va spiegato che, a differenza della notte polare invernale, quando la discesa si attua in virtù d’una poderosa inversione termica, in questo periodo dell’anno è invece la perdita di calore durante le ore di minor soleggiamento a causare il raffreddamento. Al di là dei motivi, l’inizio del dicembre 2010 ha già guadagnato un posto d’onore negli annali meteorologici antartici. Vedremo se anche il prosieguo si manterrà su questi livelli di eccezionale anomalia negativa.