Sono passate le prime due settimane d’inverno meteorologico e ci si appresta ad accogliere anche l’inverno astronomico. Ma dovessimo basarci sulla mera osservazione delle condizioni meteo climatiche, saremmo portati a dirvi che l’inverno non s’è visto. O lo si è visto soltanto in parte (leggasi freddo e gelo notturno).
Il grosso del caldo – perché di caldo si tratta – dovrebbe restarsene a ovest ma quel che è certo è che anche in Italia avremo un nuovo rialzo delle temperature. L’aria calda in realtà sta già invadendo l’Europa occidentale e molti media iberici e francesi parlano di meteo primaverile. Addirittura qualcuno parla d’estate. Il motivo? In molte zone la vegetazione stenta a perdere le foglie e ci sono specie che stanno rifiorendo.
Le temperature attese saranno a dir poco anomale e potrebbero demolire dei record mensili assoluti. La figura che vi mostriamo ci dà un’idea dell’eccezionalità delle temperature a 2 metri (a livello del suolo). La mappa si riferisce agli insoliti valori termici registrati alle ore 00 del 16 dicembre e alla stessa ora del 17 dicembre. Il rosso indica l’entità delle anomalie, trattasi infatti di un prodotto ECMWF conosciuto come indice di EFI (Extreme Forecast Index) ed è molto utile per analizzare un fenomeno atmosferico (pioggia, neve, vento, temperature ecc ecc).
Detto che le cause di tale situazione sono state abbondantemente analizzate in precedenti editoriali (in particolare ieri, con due pezzi sulla circolazione atlantica e sul Vortice Polare), quanto scritto si tradurrà nelle anomalie termiche previste da questa mappa GFS (modello di previsione del centro di calcolo statunitense).
Si tratte delle probabili anomalie termiche a livello del suolo previste per le ore 12Z (le 13 locali) del 17 dicembre. Fa impressione scorgere picchi di oltre 10°C rispetto alla media trentennale di riferimento (1981-2010) nelle aree in viola (ampie zone di Francia, Spagna e Germania). In Italia, almeno inizialmente, le anomalie saranno contenute ed anzi, al Sud avremo addirittura delle aree sottomedia.