In questi giorni si stanno moltiplicando le previsioni su come sarà la prossima stagione invernale sulla nostra Penisola, o, più in generale, sul nostro settore europeo, ma non è certamente un’impresa facile, vista la distanza temporale e vista anche una certa dose di imprevedibilità del tempo sulle nostre zone!
La maggior parte delle previsioni finora sentite, da parte di esperti, riguardano i cosiddetti indici stagionali, quali la QBO negativa, la copertura nevosa siberiana in ottobre, o il cosiddetto Indice OPI.
Questi indici stanno propendendo per un inverno rigido, o quanto meno con un valore dell’AO (oscillazione Artica) negativo, in grado quindi di favorire ondate di freddo sul nostro Continente e sull’Italia in particolare.
Ma esistono anche dei modelli deterministici di previsione stagionale, e, tra questi, il più importante è il modello NCEP – CFS2, che spinge le proprie previsioni fino a parecchi mesi di distanza.
Si tratta di un modello sperimentale, ma che ha avuto il pregio di “indovinare” parecchie previsioni a lunga gittata.
Ebbene, questo modello non prevede affatto un’invernata rigida sul nostro Paese, ma, anzi, dominata dall’Anticiclone subtropicale e da un Atlantico che, quest’anno, si manterrà probabilmente più alto di latitudine rispetto allo scorso anno.
Sarà in particolare il mese di Gennaio, quello dominato maggiormente dall’Anticiclone Subtropicale, mentre Dicembre e Febbraio saranno più direttamente influenzati dall’ingerenza atlantica, nel primo caso, e nord atlantica nel secondo caso, anche se più esposte sembrano le Regioni Settentrionali, mentre il Sud Italia sembra rimanere fuori dai giochi.
Quindi anche le temperature rimarranno miti, e le precipitazioni probabilmente di nuovo abbondanti lungo l’Arco Alpino, che potrebbe avere di nuovo un inverno nevoso.
La prossima Primavera sembra essere invece più fresca ed instabile, ed inoltre il mese di Giugno viene visto pesantemente perturbato, quasi si stesse preparando di nuovo un’Estate perturbata!
Si tratta previsioni deterministiche, che contrastano alquanto con quelle derivate dagli indici climatici; a noi non resta altro che aspettare per vedere quale dei due “gruppi” principali di previsione avrà la meglio!