Un’area di alta pressione a sudovest delle Isole Britanniche ha sospinto negli ultimi giorni aria piuttosto mite verso l’Islanda. Dalatangi, piccolo insediamento sulla costa dell’Islanda orientale, a mezzogiorno, ora GMT, di martedì 1 febbraio, ha fatto registrare una temperatura di 11°C, ma la massima è arrivata a 13,6°C, mentre la media delle massime del periodo è di poco inferiore a 3°C. Lo stesso giorno, elevate anche molte altre massime nel paese. Alcuni esempi: Akureyri 11,5°C, Reykjavik 7,7°C. Su Akureyri e Dalatangi le temperature sono state incrementate anche dagli effetti favonici locali.
Un’altra conseguenza della presenza del suddetto anticiclone è stata l’abbondante pioggia caduta a Qaqortoq, località che si trova nel sud della Groenlandia, sulla costa ovest, a breve distanza da Capo Farewell. Un fronte caldo, pilotato da una depressione e obbligato ad aggirare l’area di alta pressione, ha portato precipitazioni insistenti per molte ore sulla località citata, con accumulo di 68 mm tra pioggia e neve tra le 6 di lunedì e le 12 di martedì. Sia in gennaio che in febbraio la media pluviometrica mensile è intorno ai 50 mm.
Un fronte temporalesco ha portato maltempo su parte delle pianure costiere, nella regione del delta del Mississippi, negli USA. All’aeroporto di New Orleans, in Louisiana, sono stati registrati 46 mm in 12 ore, tra le 0 e le 12 GMT di martedì 1 febbraio.
Holman si trova in Canada, oltre il Circolo Polare artico, nei Territori di Nordovest, nella parte ovest dell’isola Victoria. La notte tra lunedì 31 gennaio e martedì 1 febbraio il termometro è sceso fino a -41,4°C, mentre la media delle minime di febbraio è 9°C più alta (-32,2°C). Il 31 gennaio la minima nella località in questione era stata -39,8°C, mentre più fredda era stata Thomsen River, sempre nei Territori di Nordovest, ma sull’isola di Banks, con -45,7°C.
Sull’Argentina orientale (settore nord del paese) e l’Uruguay, in particolare il sud, ci sono stati nel fine settimana scorso forti temporali e conseguenti piogge torrenziali, sulla linea di contrasto tra l’aria calda presente sulla regione, dove siamo nel pieno dell’estate, e aria molto più fredda giunta da sud. Due giorni di pioggia hanno portato 162 mm a Dolores, in Argentina, e 160 mm a Carrasco, l’aeroporto di Montevideo. Sono stati inoltre registrati accumuli, sempre tra sabato e domenica, tra 75 e 125 mm nelle stazioni dell’area di Buenos Aires, mentre lunedì mattina, una volta transitato il fronte freddo, le temperature si sono molto abbassate, intorno ai 13°C, con intensi venti meridionali (raffiche a 45 miglia orarie). Sempre in Argentina, segnaliamo il freddo pomeriggio domenicale di Neuquen, città situata a sudovest della capitale, dove quindi l’aria fredda, al seguito del passaggio del fronte con le relative piogge, è entrata prima, fermando il termometro a 15°C di massima, contro una media delle massime di gennaio di oltre 31°C.
Piogge alluvionali su parte dello stato brasiliano di Espirito Santo, affacciato sull’Oceano e confinante a sud con quello di Rio de Janeiro, tra la seconda parte di domenica e lunedì scorsi. Nella capitale Vitoria tra domenica pomeriggio e lunedì pomeriggio sono caduti 211 mm, mentre se prendiamo come riferimento le 24 ore di lunedì 31 gennaio, l’accumulo è di 258 mm. La media pluviometrica di gennaio è di 114 mm.
Lunedì 31 gennaio è stata una giornata parecchio più calda del normale nel sudest dello stato australiano dell’Australia Occidentale. A Balgair sono stati sfiorati i 42°C, mentre a Forrest il termometro si è fermato pochi decimi al di sotto dei 40°C. Entrambe queste località hanno una media delle massime di gennaio intorno ai 32°C. Sempre in Australia Occidentale, ma nel nord, Marble Bar ha raggiunto, sempre lunedì, i 45,9°C, ma in questo casso siamo solo di pochi gradi al di sopra della media.
Ancora intensi rovesci temporaleschi in Tanzania il 31 gennaio. Questa volta è stata particolarmente colpita la ex capitale Dar es Salaam, sull’Oceano Indiano, con un accumulo di 101 mm.
Lunedì 31 gennaio sono rimaste tutte sopra i -40°C le solitamente freddissime località siberiane di Verhojansk, Ojmjakon e Tompo, le cui minime sono state rispettivamente -39,3°, -38,2° e -37,5°C. Molte invece le località mongole scese sotto i -40°C, con in testa ancora Tosontsengel, arrivata a -45,8°C. Questa località è a oltre 1700 metri, quindi spicca ancor più il -44,9°C di Ulaan-Gom, a soli 936 metri.
L’isola di Kyushu è la più meridionale tra le grandi isole dell’arcipelago giapponese, trovandosi per intero sotto i 34°N. In Giappone la stagione invernale è prodiga di neve, normalmente, a Hokkaido e nel nord di Honshu, oltre che ovviamente sulle montagne, ma molto più insolito è che nevichi nelle città costiere di Kyushu. Il 31 gennaio la Dama Bianca si è invece fatta vedere a Nagasaki e Fukuoka, dove le massime sono state 4,9° e 4,7°C. Da segnalare, nella parte centrale dell’isola di Honshu, la neve caduta in quantità pari a 9 mm di equivalente in pioggia a Kanazawa, con spessore del manto nevoso di 10 cm. Sempre su Honshu, ancora più a sud, neve per 12,5 mm a Tottori, con 15 cm depositati al suolo. Sia Kanazawa che Tottori si trovano sulla costa affacciata sul Mar del Giappone, sulle cui acque si umidificano le correnti di provenienza siberiana, scaricando le precipitazioni sulle coste e i rilievi precostieri.
Domenica 30 gennaio una intensa nevicata (con neve bagnata) ha interessato la città turca di Bingol e molte altre regioni nella Turchia orientale, mentre lunedì la quota neve si è alzata e a Bingol è caduta la pioggia. Gli oltre 40 centimetri di neve caduti a Bingol domenica hanno portato lo spessore totale del manto nevoso a quasi 80 cm. La precipitazione complessiva registrata dai pluviometri, tra la neve di domenica e la pioggia di lunedì, è stata di 53 mm.