La possibilità che la regione antartica del plateau possa essere entrata in una fase di riscaldamento è da prendere in considerazione (vedi https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10821), ma senza dimenticare che si tratta di un’area vasta quasi quanto il Canada, quindi soggetta a variabilità locali anche accentuate. Inoltre va tenuto conto che esistono solo due archivi storici: quello della base americana Amundsen-Scott e quello della base russa Vostok. Proprio in quest’ultima, l’andamento del primo trimestre non mostra una tendenza così netta come al Polo Sud geografico; il quadro delle anomalie rispetto alla media 1958-2005 è infatti il seguente (standard BAS):
Gen. +0,8 °C
Feb. -0,2 °C
Mar. +1,7 °C
Certo l’ultimo mese, chiuso con un dato di -56,3 °C, è risultato il più caldo dal 1988, ma tra i precedenti ce ne se sono parecchi che hanno fatto registrare valori ben più alti, fino al -52,9 °C del marzo 1959; di contro, il marzo più freddo fu quello del 1982 con -63,9 °C.
Quella che dagli specialisti dovrà essere attentamente monitorata, è la tendenza; anche perché si sta assistendo a un’estremizzazione che, se comporta stagioni di transizione ed estati più calde, dà luogo anche a inverni più freddi. Tale è stato, per esempio, il trimestre giugno – agosto 2004 ad Amundsen-Scott che, in particolare a luglio, ha fatto registrare medie eccezionali (vedi https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=8806).
Per completare il quadro relativo a Vostok, ecco le medie fatte segnare nei primi tre mesi del 2005:
Gen. -31,3 °C
Feb. -44,5 °C
Mar. -56,3 °C