L’Italia negli ultimi giorni è stata interessata da perturbate correnti di libeccio, che hanno causato piogge e neve in numerose località.
Questa sembra essere la tendenza dell’inverno, che, come vedremo, tornerà ancora su schemi analoghi.
2-5 dicembre 2005
I venti da S del 2 dicembre lasciano presto il posto ad una nuova rotazione da W-SW delle correnti su tutta l’Italia. Si approssima infatti un nuovo minimo depressionario, che muove prima sulla Francia e poi sulla Germania richiamando sulle nostre regioni aria mite di origine afro-mediterranea, e successivamente atlantica.
I venti da S potrebbero inizialmente apportare un rapido peggioramento anche sulle Alpi Occidentali ancora spoglie di neve, una possibilità da confermare.
A fine periodo il vortice staziona ancora tra l’Inghilterra e la Germania, avvitando aria più fresca, ma non fredda.
Temperature ovunque in rapida ascesa e poi stazionarie, su valori prossimi alle medie stagionali o superiori.
6-11 dicembre 2005
L’anticiclone delle Azzorre si schioda dai meridiani e si rovescia nuovamente verso l’Est Europeo, passando per la Scandinavia. Sulla Russia trova l’Anticiclone Russo-Siberiano, e con esso forma un precario asse di Woejkoff.
Il minimo depressionario prima presente a Nord delle Alpi scende verso Sud, alimentato da fredde correnti orientali di origine continentale. Diminuiscono le temperature, soprattutto al Nord Italia. Il Centro ed il Sud Italia potrebbero essere coinvolti in questa dinamica in caso di genesi depressionarie per ora non diagnosticabili. Venti ovunque orientali.
Dal 9 l’anticiclone atlantico si piega sull’Italia, mentre l’asse anticiclonico viene interrotto sugli Urali dal rafforzo del Vortice Polare. L’anticiclone quindi scende di latitudine, ma non modifica molto la propria forma: restano venti orientali, che potrebbero alimentare un vortice sul Tirreno.
12-14 dicembre 2005
L’anticiclone delle Azzorre retrocede sulle isole dalle quali prende il nome. Viceversa, rinforza l’anticiclone russo-siberiano e si spinge fin verso i Balcani, ma anche più a sud, fin verso l’Egeo. Sull’Italia rinforzano di conseguenza i venti di scirocco (con eventuale contributo continentale), con possibili depressioni sul Mediterraneo centro-occidentale.
Temperature in aumento, nelle medie del periodo probabilmente; da notare che i venti di scirocco potrebbero favorire precipitazioni nelle zone ortograficamente opposte a quelle nelle quali si sono avute precipitazioni con venti di libeccio.
Riepilogo
La dominante dell’inverno sembra essere una ripetuta ciclogenesi nella zona che va dal Regno Unito alla Germania. Attorno vediamo anticicloni in meridiano, ma che non esitano a distendersi sui paralleli.
Si rivede anche l’anticiclone continentale di matrice russo-siberiana sull’Est europeo, che negli ultimi anni è mancato all’appello.
Si apprestano così periodi mutevoli, sia come variabilità atmosferica, sia dal punto di vista termico.
Termicamente non vediamo particolari eccessi, sia nel freddo che nel caldo. Anche il nuovo episodio freddo che avremo verso l’8 dicembre, preso atto del procedere della stagione, non può più esser considerato anomalo come lo è stato quello della seconda decade di novembre.
Avevamo parlato nelle scorse analisi di un inverno classico, da manuale. Ora sembra davvero che questa sia la strada.