L’episodio delle correnti polari marittime di cui parlavamo la scorsa settimana si è verificato e concluso in pochi giorni. Il vento ha notevolmente rialzato le temperature sotto le Alpi, riportando nei fondovalle per un effimero istante temperature estive.
Il successivo ritorno di un mite anticiclone, visto il periodo dell’anno, mantiene talvolta marcate inversioni termiche nei bassi strati.
Il futuro riserva alcune novità, che cerchiamo di descrivere nella maniera più semplice e sintetica possibile.
22 – 25 dicembre 2005
Nota rilevante: svanisce l’anticiclone delle Azzorre. Torna in Europa centro-occidentale un anomalo anticiclone sub-tropicale di matrice africana, che colpisce in pieno la Francia. Sulla nostra nazione le temperature, in quota, salgono soprattutto sulle regioni tirreniche e nord-occidentali. Non salgono affatto o restano addirittura su valori rigidi invece sui versanti nord-orientali, adriatici e ionici, in particolare nel Gargano. Questo perché, mentre l’Italia occidentale è investita in quota, sia pur marginalmente, dal richiamo “caldo” sub-tropicale, sull’Italia orientale permangono disturbi continentali con venti settentrionali.
Verso Natale avremo così fino a oltre +2°C@850hPa sul NordOvest Italia, e fino a -5°C@850hPa sull’Adriatico Meridionale.
Osserviamo meglio la configurazione atmosferica di fine periodo. A Natale, il completo cedimento dell’Anticiclone delle Azzorre sull’Atlantico orientale provoca la formazione di un profondo minimo depressionario al largo della penisola iberica. Viceversa l’anticiclone africano dalla Francia si allunga fino al Polo Nord. L’Italia viene interessata da blande correnti anticicloniche; di origine africana al Sud Italia. Ancora fredda l’Europa Orientale, attraversata da venti di origine polare con destinazione il Mar Nero. Il consueto “vortice polare” è centrato tra la Finlandia e i Paesi Baltici. È da notare la profonda estensione dei profili atmosferici, con ponti anticiclonici e saccature estese in meridiano su quasi mezzo globo.
26/27-30 dicembre 2005
L’ex anticiclone sub-tropicale, estesosi verso il Polo, si raccoglie ora sul Regno Unito, quindi si piega verso NE (tipico movimento di questo inverno). Riesce, questa volta davvero, ad unirsi con l’Anticiclone Russo-Siberiano o Polare, ossia a latitudini piuttosto elevate. Verso SW si unisce invece con il redivivo anticiclone delle Azzorre. È l’asse di Woejkoff, ovvero l’unione dell’anticiclone russo-siberiano con quello delle Azzorre. Il vortice nato al largo della Penisola Iberica resta ivi intrappolato.
In quota, sull’Europa orientale e sin verso il Polo, l’anticiclone a dispetto di quanto accade al suolo mostra più debolezza, ed una profonda saccatura si slancia dalle regioni artico-continentali verso l’Iberia attratta dal locale vortice, con un arco da NE verso SW. Tra il 28 ed il 29 un flusso antizonale interessa l’Europa centro-occidentale. Aria gelida continentale colpisce l’Europa orientale, Austria e Germania. Venendo alla nostra nazione, anche la Pianura Padana non viene risparmiata, con temperature di circa -8°C/-12°C@850hPa. Possibile stau sul NordOvest Italia; sull’Italia centrale si forma un minimo depressionario con possibile tempo perturbato (il 28 probabilmente). Temperature in calo ovunque, ma più sensibile al Nord e segnatamente sulle regioni nordorientali della penisola, dove saranno di diversi gradi sotto le medie. Incerta, ma possibile, una recrudescenza del freddo sul Nord Ovest Italia.
Meno colpita da questo episodio l’Italia meridionale, almeno inizialmente.
31 dicembre – 3 gennaio 2005
L’analisi qui si fa più incerta, comunque ecco la situazione più probabile. Si rompe al suolo l’Asse di Woejkoff. L’Anticiclone delle Azzorre esita ancora sull’Europa centro-occidentale. Verso il 2 gennaio si defila permettendo un ritorno del tempo zonale, con correnti da sud-ovest. Temperature in rapido aumento soprattutto in quota, con nuovo possibile calo a fine periodo, entro le medie stagionali.
Riepilogo
Dopo un mese di indugi, l’inverno sembra prendere piede col suo sistema circolatorio più tipico.
L’asse di Woejkoff con flusso antizonale era un tempo molto più frequente in inverno. Quello del 26-29 appare quindi come un episodio piuttosto significativo, anche se al momento non particolarmente incisivo, tantomeno di portata storica. Ma solo le previsioni del tempo dei giorni precedenti al fenomeno sapranno delineare esattamente se ci sarà neve diffusa oltre che sugli Appennini anche al Nord Italia e giornate di gelo; o se ci sarà solo un improvviso calo termico con scarsa instabilità atmosferica.
Successivamente, notiamo che il ritorno del tempo zonale potrebbe favorire fenomeni perturbati a inizio anno, mentre l’Europa Orientale resta intrappolata nel freddo. Freddo che potrebbe nuovamente estendersi verso levante.
Also sprach l’Ensemble del Meteogiornale; buon Natale a tutti i lettori.