Se guardiamo gli episodi più significativi del 2005 notiamo come questi si siano prevalentemente verificati nei cambi di stagione. L’avvio della primavera è avvenuto con connotati decisamente invernali, e temperature da record storici se riferite a tale stagione di transizione. Primavera che è poi invece terminata con connotati decisamente estivi e temperature che nulla avevano da invidiare ad una calda estate. Infine, è storia di questi giorni, l’autunno che si chiude con caratteristiche decisamente invernali, sia come configurazione atmosferica che negli effetti che essa determina.
Ora andiamo oltre, e vediamo invece su quale configurazione inizia l’inverno, il cui avvio è il primo dicembre per convenzione meteorologica.
La configurazione atmosferica che verrà a determinarsi, ribadiamo, risulterà essere molto importante in quanto la stagione fredda sarà poco incline ai drastici cambiamenti ai quali assisteremo, per esempio, nei prossimi giorni.
24 novembre – 5 dicembre
Ebbene sì, un solo macroperiodo questa volta. Perché una volta entrato l’inverno pare davvero poco propenso a scardinarsi dalla situazione con la quale impone il suo avvio.
A partire dal 24 interviene un improvviso quanto veloce cambiamento. L’anticiclone russo-siberiano, spintosi in una classica configurazione invernale fin verso l’Inghilterra e l’Atlantico, perde vigore bruscamente. Termina l’afflusso di aria fredda da Est sull’Italia, dove ancora insiste un vortice depressionario precedentemente alimentato dai venti continentali.
Il vuoto dell’anticiclone viene colmato altrettanto rapidamente da una vigorosa depressione di origine polare, che “precipita” con il suo minimo fino a N delle Alpi. Il 25 è sulla Manica, tra il 26 ed il 28 in Francia. Sull’Italia rapido rialzo termico e tempo variamente perturbato. Il rialzo termico è inizialmente meno evidente al Nord Italia, specie al Nord Ovest, dove potrebbe nevicare. A dispetto dell’aria mite trasportata dai venti di libeccio, il nucleo freddo in quota è imponente, mentre la pressione al suolo potrebbe portarsi sotto i 990 hPa.
Anche dopo il 29 permangono venti di libeccio, ma il minimo depressionario, oltre che retrocedere verso Nord, si allunga obbligando i venti ad una provenienza più meridionale. Aumentano quindi ulteriormente le temperature, anche sulle regioni più Nord Occidentali italiane.
Si ripristina l’Anticiclone delle Azzorre in Atlantico, sparisce dall’Europa l’Anticiclone Russo-Siberiano.
Riepilogo
L’inverno inizia con un tempo instabile o perturbato su molte regioni italiane; sembrano più colpite le regioni centro settentrionali tirreniche e il Nord Italia, ma non è da escludere un progressivo coinvolgimento di tutte le regioni.
Le temperature subiscono un progressivo aumento, dapprima entro le medie stagionali e, entro fine periodo, probabilmente sopra le medie. Aria umida e venti di libeccio dominano la scena in Italia.
Si potrebbe dire che con l’inverno meteorologico torna l’autunno. Ma qualche differenza rispetto all’inverno precedente c’è. I centri depressionari sembrano leggermente più traslati verso Ovest: non in Scandinavia, ma in Inghilterra o addirittura in Francia. Sono anche meno rilevanti i venti in meridiano e da Nord. Questo dovrebbe instaurare in Italia un tempo umido sulle regioni tirreniche, senza föhn sulle Alpi, prevalentemente mite; anche meno propenso a nevicate sulle regioni centro-meridionali della penisola di quanto non lo sia stato l’anno scorso.