Cosa significa EPS long Range? Il termine, che sta per “Ensemble Prediction System”, viene usato prevalentemente in ECMWF. Gli Americani del GFS preferiscono invece il semplice acronimo ENS.
Con l’Ensemble è possibile prolungare la stabilità nel tempo dei modelli. In questa rubrica analizziamo i risultati di alcuni modelli applicandoli al lungo termine, prendendo in considerazione solo le linee evolutive a larga scala.
Per chi è alle prime visite, e vuole saperne di più, consiglio la lettura del primo intervento relativo a questa rubrica, presente nella sezione “Didattica” del Meteogiornale.
Possiamo ormai trarre alcune conclusioni su questo inverno. Un inverno prevalentemente anomalo su parte dell’Italia, dove si sono avute abbondanti nevicate e un clima piuttosto rigido. Sulle Alpi e parte del Nord Italia invece è stato un inverno prevalentemente mite, con una parte finale (febbraio) localmente fresca. Non si sono avuti quei fenomeni di freddo intenso, ma in compenso un paio di eventi di föhn molto miti ed accompagnati da forte vento.
L’anticiclone delle Azzorre in meridiano (ovvero prolungato dalle Azzorre verso il Polo Nord con scarsa estensione in parallelo) è stata la vera caratteristica dell’inverno. Le conseguenze sul nostro territorio sono state i miti venti di föhn al Nord Italia e le fredde perturbazioni sull’Adriatico e lo Ionio. Un’Italia che ho più volte definito “capovolta”.
Parziale eccezione l’ultima decade di febbraio, che ha visto la scomparsa dell’anticiclone delle Azzorre migrato sul Polo Nord e disteso verso l’Europa settentrionale non in meridiano ma allargato sui paralleli. Questo ha consentito l’ingresso di venti più orientali e freddi sull’Italia settentrionale e una parziale mitigazione dell’Italia meridionale.
Questi effetti sono stati previsti abbastanza correttamente dell’Ensemble elaborato dal Meteogiornale (dati GFS dell’NCEP). Lo stesso modello ha anche previsto una svolta, datata attorno al 25 febbraio, che avrebbe visto una maggiore insistenza di correnti sud-orientali, prevalentemente fredde, e l’atteso arrivo della neve al Nord Italia – ricordiamo che in alcuni luoghi perdura una siccità prolungata dalla fine del 2004.
Di seguito andiamo ad analizzare come l’Ensemble vede tale svolta. In alcune circostanze (e soprattutto nelle stagioni intermedie) può accadere che le linee di tendenza a lungo termine vengano smentite. Vediamo, in questo caso, quali sono le correzioni da apportare.
Periodo 27 febbraio – 3 marzo
La svolta c’è, ma non pare apportare tutte le attese precipitazioni. Il 27 febbraio l’Anticiclone atlantico dal Polo Nord domina l’Altantico settentrionale dall’Islanda fino alla Norvegia. Sull’Europa centro-occidentale i venti sono orientali. Sul lato orientale dell’anticiclone un sistema depressionario si ricava un canale dalle regioni artiche verso la Germania. Da qui la canalizzazione prosegue ad ovest, verso la Penisola Iberica e le coste marocchine, dove dominano altri minimi depressionari. I sistemi vorticosi sono tali da “ingranare” aria molto fredda in quota e al suolo verso le regioni europee a nord delle Alpi, fin verso la Francia, e poi a sud delle Alpi, sull’Adriatico settentrionale e le regioni nord-orientali italiane. La Pianura padana è in parte protetta da un promontorio anticiclonico già il primo marzo, inibendo in parte l’afflusso freddo. Tuttavia si registreranno i valori termici più bassi dell’intero inverno astronomico, fino a -19°C a 850hPa sulle Alpi orientali. Valori di 7-8°C più elevati sulle Alpi occidentali, dove il flusso pare arrivare rallentato e con meno energia. Tuttavia il 28 febbraio è possibile anche qui un improvviso episodio di stau, con temperature massime sotto gli 0°C anche in pianura.
Sono fenomeni di assoluto rilievo statistico in questi anni avari di configurazioni fredde al Nord Italia, ed in stagione così avanzata.
Tra il 2 ed il 3 marzo i venti potrebbero ruotare da libeccio al Nord Italia e consentire il passaggio di un fronte associato al freddo vortice polare che ora discende a ovest delle Alpi.
Pressione più bassa e possibili precipitazioni al Sud Italia, dove il tempo però è inizialmente più mite
Periodo 4-7 marzo
L’anticiclone delle Azzorre si espande e domina in meridiano dall’Inghilterra alle coste africane. Come al solito l’Italia settentrionale è in parziale dominio anticiclonico, con tempo migliore.
Sull’Adriatico e al Sud Italia possibile formazione di minimi depressionari alimentati da fredda aria continentale. Le temperature restano basse al Nord Italia (föhn permettendo) ed su tutto il versante adriatico della penisola.
Periodo 8-12 marzo
L’anticiclone, con maggior contributo sub-tropicale si espande sull’Italia. Temperature in ulteriore moderato aumento, ma sempre fresche per la stagione. Più freddi restano tutti i versanti orientali e meridionali della penisola, con maggior probabilità di effetti perturbati.
Riepilogo
L’anticiclone delle Azzorre pone bruscamente fine a speranze di precipitazioni significative al Nord Italia. Anche il brusco trasporto di aria fredda che si ha il 28 febbraio pare arrivare troppo smorzato sul Mar Ligure per innescare la classica ciclogenesi (attenzione: se ciò non fosse vero ci sarebbero grosse novità per le regioni settentrionali, ma non pare questo essere probabile).
Per concludere, tre annotazioni. Innanzitutto il primo episodio di aria fredda al Nord Italia, un fenomeno veloce, ma significativo, che arriva fuori stagione ed è di assoluto rilievo. La seconda riguarda il ritorno del tempo a lungo termine su classici schemi dell’ultimo inverno, con venti settentrionali, ma temperature ancora basse.
Terza e ultima annotazione: anche di fronte ad una parziale smentita della tendenza, avremo comunque un cambiamento del tempo, che continuerà per alcuni giorni al Nord Italia ad essere umido e a tratti più nevoso. Il tempo mite al Sud Italia pare invece durare poco, in particolar modo sui versanti adriatici.