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Analisi dell’onda calda, per intensità tra le maggiori degli ultimi 50 anni

di Massimo Aceti
26 Lug 2007 - 13:21
in Senza categoria
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Spiagge affollate ad Alghero. Foto di Andrea Meloni.
Come l’ultimo mese di giugno anche luglio ci ha offerto il suo lato “infernale”, fatto letteralmente di fuoco e fiamme. Sì, perché le condizioni atmosferiche si sono prestate al gioco criminale dei piromani, che è costato, oltre alla distruzione di centinaia di ettari di boschi mediterranei, anche la vita a più di una persona. Ma lasciamo questo argomento alla cronaca giornalistica e addentriamoci nell’analisi termica di quest’onda calda, tra le maggiori dell’ultimo cinquantennio per intensità.

Le temperature hanno cominciato ad alzarsi dal giorno 15, ma solo dal 17 si sono portate su valori di marcata anomalia. Dal giorno 18 al giorno 24 sono rimaste mediamente in Italia sopra i 26 gradi di media, e il giorno 24 è risultato il più caldo, unico con una media superiore ai 27 gradi. Solo nel 1983 e nel 1998 vi sono stati in luglio giorni leggermente più caldi, mentre a pari merito si piazza il 29 luglio del 2005.

Diversi sono i record battuti nella sola giornata del 24 luglio, a Pescara addirittura polverizzato con +43.8°C (precedente +40.7°C). Altri record assoluti sono stati stabiliti a Bari, Gioia del Colle, Brindisi, Capo Palinuro, Capo Bonifati, eguagliato a Termoli (stabilito appena un mese prima), record per luglio anche a Foggia Amendola (l’assoluto stabilito a giugno). E senza dimenticare che probabilmente altri record sono stati battuti in Basilicata.

Ma non solo le temperature massime sono state elevate, le minime non sono state da meno, con diversi valori superiori ai 30 gradi. Il forte vento, di caduta sul lato adriatico, ha infatti precluso il raffreddamento notturno per irraggiamento anche nelle zone di valle.

Anche località poste in quote come quella di Campobasso hanno fatto registrare temperature altissime. Basti dire che il capoluogo molisano tra il 18 e il 24 luglio ha fatto registrare temperature medie di +25.6/+34.5°C, cioè quasi 9 gradi oltre la media di luglio.

L’onda calda era però iniziata al Nord, in particolare al Nord Est, nei giorni in cui Ferrara raggiungeva il suo nuovo record di +40.4°C, Verona Villafranca il suo nuovo record di luglio di +38.2°C e Venezia con +36.1°C andava a pochi decimi dal suo record assoluto.

C’è stata però una zona d’Italia che è stata completamente risparmiata da questa violenta sfiammata africana, ed è la zona compresa tra il Piemonte centro-occidentale, la Liguria e l’alta Toscana. Per capire il perché bisogna osservare la sinottica su scala europea, che ha visto sempre la presenza di una vasta circolazione ciclonica nell’ovest Europa, che ha agito da richiamo per la risalita di aria calda dal Sahara verso l’est Europa. Così l’Europa occidentale, dalle Isole Britanniche alla Francia, fino alla Penisola Iberica è rimasta al fresco, mentre quella orientale è finita nel calderone bollente (molti i record di caldo battuti nei Balcani). L’Italia, naturale testa di ponte tra occidente ed oriente del continente, è stata marginalmente influenzata nel suo settore estremo nord occidentale dalla circolazione atlantica, mentre è stata presa in pieno dal richiamo caldo stabilizzante africano in quello meridionale e orientale.

Aiutata anche da un Mar Ligure molto meno caldo rispetto all’anno scorso, Genova è così riuscita nell’impresa di rimanere in media rispetto alla norma 1961/90 persino durante la settimana più calda. Solo il 18 luglio con +30.8°C si è registrata una massima sopra i 30 gradi e solo in due altre occasioni sopra i 28 gradi. Fresche anche le minime, sempre al di sotto dei 22 gradi. Finora questo mese di luglio nel capoluogo ligure è il più fresco dal 1981.

Ma anche Torino e Pisa non hanno vissuto alcun bollore. Torino ha registrato una massima assoluta di +32.4°C; Pisa dal 15 al 20 luglio ha sempre registrato massime oltre i 32 gradi (massima assoluta +34°C), ma minime fresche comprese tra 14 e 17 gradi. Entrambe le città presentano fino al giorno 25 temperature lievemente sotto la norma del periodo 1961/90.

Infine anche le località dell’Alto e Medio Tirreno sono state solo marginalmente interessate dall’onda calda, e Grosseto, Roma Fiumicino, Grazzanise, Ponza e Olbia presentano fino ad oggi temperature in linea con le loro medie climatologiche.

Il caldo dunque non è stato uniforme in Italia e per questo motivo complessivamente il mese, pur con picchi di calore eccezionali, presenta valori termici solo di 1.3°C superiori alla norma 1961/90, contro invece i +2.5°C del luglio 2006, mese in cui il caldo ebbe picchi inferiori, ma la sua durata ed estensione furono maggiori.

L’onda calda è terminata nella sua fase più intensa, ma ancora ieri le temperature sono rimaste mediamente più alte della media della terza decade di luglio di 2 gradi, permanendo dunque in un range di moderata anomalia. Probabile che questo moderato sopra norma prosegua ancora per alcuni giorni ma il peggio è senza dubbio alle spalle.

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