FORESTA AMAZZONICA IN CRISI – Fino ad oggi l’ecosistema dell’Amazzonia, il maggiore polmone verde del Pianeta, è stato messo in grosso pericolo soprattutto dalla selvaggia attività di deforestazione, ma una minaccia sempre più concreta sembra legata anche al clima: ci si chiede infatti se la foresta tropicale sarà in grado di fronteggiare i galoppanti cambiamenti climatici. Il problema è stato sollevato nell’ambito di uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences”, che ha rilevato le conseguenze dell’imponente siccità, durata più del previsto, che ha colpito la foresta Amazzonica nel 2005, la più grave che si sia mai registrata. Basti pensare che gli effetti si sono protratti per ben 4 anni, fino alla successiva fase siccitosa che ha colpito l’area nel 2010.
LE OSSERVAZIONI EFFETTUATE – La ricerca è basata sull’analisi delle precipitazioni cadute e sui dati satellitari che hanno fatto emergere alcuni dati caratteristici della foresta, in particolare la struttura della canopia (nient’altro che la chioma delle piante) e la quantità d’acqua contenuta nelle foglie. Gli scienziati, guidati da Sassan Saatchi del Caltech, hanno pertanto osservato la reazione della foresta pluviale alla siccità del 2005, scoprendo che oltre 70 milioni di ettari di foresta presenti nella regione occidentale dell’Amazzonia, in teoria la parte meno vulnerabile alla siccità, ha invece subito un forte deficit idrico ed un corrispondente calo della struttura della canopia e della sua umidità. Gli effetti della siccità si sono protratti per oltre 4 anni, per poi peggiorare con la seguente siccità del 2010, causando un abbassamento persistente dell’umidità e della densità della canopia.
SICCITA’ SEMPRE PIU’ FREQUENTI – Queste scoperte danno credito alle preoccupazioni riguardanti il futuro della foresta, la quale sembra stia subendo un aumento degli effetti negativi della siccità, dovuti all’innalzamento delle temperature nella zona dell’Atlantico tropicale. Se le siccità estreme continueranno a presentarsi con tale frequenza, ovvero ogni 5 anni o più, vaste aree della canopia amazzonica, potrebbero far fatica a recuperare la propria struttura e le proprie funzionalità.