L’ingresso d’ottobre è sinonimo, per molte colture a maturazione tardiva estiva o precoce autunnale, di raccolta o progressiva fase di maturazione. Normale pertanto che l’azione dei vari elementi del clima risulti di fondamentale importanza ai fini della resa finale in termini di prodotto. Ecco perché l’occhio attento dell’imprenditore agricolo, vigila costantemente sulle proprie colture in pieno campo. Quelle, appunto, soggette agli agenti atmosferici esterni.
Analizzando, seppure velocemente, il primo scorcio della stagione autunnale, balza subito all’occhio la costante alternanza termica. Fasi calde seguite da altre fresche, perlomeno all’apparenza. Sì, perché il trend termico segna sovente la tendenza oltre le medie del periodo, mentre il ribasso ha l’unico merito di portare le temperature all’interno del range normale.
Causa, lo sappiamo bene, i profondi scambi di calore meridiano che, a fasi alterne, portano dapprima masse d’aria calda, spesso Nord africana, verso il Mediterraneo: successivamente le onde cicloniche oceaniche, responsabili di tali rimonte subtropicali, muovono i loro passi verso Est, isolando talvolta gocce fredde in quota proprio sulle nostre regioni e determinando in tal modo condizioni di tempo instabile, a tratti perturbato.
È la cronaca di quanto accaduto nel mese di settembre e nella prima settimana d’ottobre, attualmente in essere. Ma cosa accade alle colture agricole? Beh, và subito detto che l’alternanza termica non può avere lo stesso significato attribuibile alle sensazioni umane, tuttavia è facile riscontrare, spesso, stress fisiologici notevoli, tali da pregiudicare la successiva fase produttiva.
Alte temperature, conditi da altrettanti tassi d’umidità relativa dell’aria, cos’ come accaduto fino a qualche giorno fa, rappresentano le condizioni ideali per lo sviluppo di molti agenti patogeni in grado di danneggiare determinati tipi colturali. Già, perché spesso si tratta di agenti specifici, ossia in grado di attaccare solo quel tipo di coltura. Possiamo riportare l’esempio della Mosca della Frutta, un piccolo Dittero (lo stesso ordine delle mosche, per intenderci) in grado di deprezzare notevolmente la produzione di specie come pere o mele.
Una variante della stessa è rappresentata da un’altra specie, la Mosca dell’Olivo, particolarmente temuta proprio in questo periodo, nel quale gli Olivi sono in fase di piena maturazione. In alcuni casi siamo già in fase di invaiatura, cioè il viraggio del colore che indica progressivamente la maturazione del frutto.
L’insetto è capace di produrre danni sia in fase adulta che in fase larvale. Nel primo caso, infatti, la puntura di ovideposizione (deposizione delle uova), crea danni alle giovani drupe. Uova dalle quali schiudono poi le larve che, nutrendosi della polpa, andranno a scavare cunicoli sino all’uscita tramite un foro in superficie. Chiaro pertanto il danno conseguente con perduta, spesso, di notevoli quantità produttive.
È pertanto necessario un attento monitoraggio colturale onde evitare spiacevoli sorprese in fase di raccolta. Allorquando, purtroppo, si potrebbero rivelare vani i tentativi curativi.