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Alta Pressione ancora per qualche giorno, cambiamenti nel week-end

di Mauro Meloni
13 Mar 2008 - 18:00
in Senza categoria
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Il periodo perturbato del 5-7 marzo aveva portato temporaneamente la neve a bassa quota anche sulle colline toscane. I colpi di coda dell'inverno sono una caratteristica principale di Marzo, mese che rientra pur sempre all'interno della stagione primaverile, almeno dal punto di vista meteorologico. Le tracce di neve sulla foto si riferiscono all'area collinare del senese, a cura dell'utente
Un promontorio altopressorio, dai chiari connotati sub-tropicali, abbraccia in maniera temporaneamente più decisa gran parte dell’Europa Mediterranea, soprattutto i Paesi che si affacciano sulla parte centro-occidentale del Mare Nostrum.

L’abbraccio della struttura anticiclonica si spinge non oltre i nostri confini, facendo franare contro la barriera alpina i tentativi di penetrazione delle perturbazioni atlantiche, queste ultime sospinte da una persistente circolazione depressionaria ad occhiale, presente fra Isole Britanniche e Penisola Scandinava.

La direttrice del flusso perturbato atlantico lambisce, come detto, l’Arco Alpino ove impattano le correnti nord-occidentali, le quali poi sono costrette a deviare orograficamente verso la Valle del Rodano, autostrada preferenziale per l’ingresso con maggior impeto sul bacino del Mediterraneo, in particolar modo sotto forma di correnti di maestrale verso i mari di Corsica e di Sardegna.

Continua infatti a resistere un lieve gradiente barico, con una relativa zona depressionaria al suolo allungata dalla Pianura Padana al Mar Ligure occidentale, tuttavia non così rilevante da consentire l’irruzione di foehn fin sulla Val Padana centro-occidentale, come accaduto ieri specie nella pianura piemontese.

Le temperature rimagono comunque molto al di sopra della media anche quest’oggi, con punte di 21-22 gradi fra Lombardia, Emilia ed Isole Maggiori. L’aria debolmente foehnizzata si fa evidentemente ancora sentire pure sul Piemonte, ove i 20 gradi risultano piuttosto frequenti sulle zone di pianura, in queste ore.

La nostra Penisola è interessata dalla fascia settentrionale della vasta bolla anticiclonica sub-tropicale, centrata sull’immediato entroterra nord-africano. In seno al flusso semi-zonale in scorrimento sopra le nostre teste, si muovono alcune interferenze nuvolose di scarso rilievo, le quali sono al momento più evidenti fra Baleari ed Isole Maggiori. Sono nubi sfilacciate piuttosto alte, per nulla in grado d’attenuare l’irraggiamento solare.

L’egemonia anticiclonica non avrà ancora lunga durata, pian piano assisteremo ad un progressivo scardinamento della modesta cupola altopressoria, con il cambiamento che si percepirà maggiormente verso il fine settimana.

La lenta erosione dell’Alta Pressione sarà dovuta all’intervento di un’ondulazione ciclonica atlantica, che man mano già domani si avvicinerà verso il Golfo di Biscaglia e la Penisola Iberica. Nel contempo perderà forza il sistema ciclonico scandinavo, con conseguente attenuazione della forte spinta di correnti nord-occidentali dirette fin sull’Arco Alpino.

L’onda depressionaria in lento avanzamento da ovest manderà man mano il proprio respiro umido sud-occidentale, a partire dai mari più occidentali. Già da domani la Liguria e le regioni affacciate al medio-alto versante tirrenico risentiranno di queste prime interferenze d’aria più umida.

Questi disturbi, dapprima solo circoscritti e di natura orografica, risulteranno crescenti verso il fine settimana, quando si assisterà all’avvicinamento dell’onda depressionaria, la quale non entrerà dritta sul cuore del Mediterraneo a causa della resistenza anticiclonica, ma coinvolgerà in maniera maggiore le regioni settentrionali.

Il campo barico sui nostri bacini appare peraltro destinato a subire una probabile ulteriore flessione nel corso dei primi giorni della prossima settimana, mentre l’Alta Pressione oceanica tenderà a rafforzarsi al largo verso ovest, sull’Oceano Atlantico, lungo i meridiani. Ancora presto per definire linee di tendenza per le festività Pasquali, ma i recenti step modellistici confermano disegni barici non certo favorevoli alla stabilità atmosferica.

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