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Alpi sempre più pericolose nell’epoca del Global Warming: drastici cambiamenti climatici in futuro

di Mauro Meloni
22 Giu 2010 - 15:25
in Senza categoria
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Veduta dall'aereo delle cime alpine innevate. Autore foto Mauro Meloni.
Il riscaldamento globale in atto sul nostro Pianeta sta portando ad una maggiore frequenza degli eventi meteorologici estremi. Sulle Alpi si è certificato che le temperature sono aumentate del doppio rispetto all’aumento medio globale dalla fine del XIX Secolo. Nell’immediato futuro si prevede un aumento di portata davvero notevole, in media di 0,3°C/0,5°C per decennio e, se queste catastrofiche previsioni dovessero essere confermate, allora il rischio per tutto l’ecosistema di montagna sarebbe rilevante e porterebbe delle ripercussioni molto importanti in merito all’ulteriore estremizzazione dei fenomeni meteorologici.

Lo studio di due eventi estremi di tipo diverso sulle Alpi Orientali, come l’ondata di calore dell’estate del 2003 e le alluvioni dell’agosto 2005, ha dato ai ricercatori austriaci, coinvolti nel tema, un’anteprima di come questo tipo di scenari potrebbero divenire sempre più frequenti, costituendo un’autentica minaccia per tutta la Regione Alpina e naturalmente per le comunità locali che vivono alle pendici delle montagne. Il delicatissimo ecosistema dei ghiacciai, già instabile per il cambiamento climatico in atto, diventerebbe ancor più una seria minaccia per la gestione del territorio.

Durante l’ondata di calore del 2003, in una vasta zona delle Alpi europee le temperature medie hanno superato dai 3 ai 5 gradi la media del periodo 1961-1990. Ciò ha innescato una perdita record della superficie dei ghiacciai che si è rivelata di tre volte superiori alla media 1980-2000. Inoltre, la fusione (disgelo) del permafrost ha causato un aumento dell’attività franosa e della caduta di massi. Ricordiamo che il permafrost corrisponde a quella parte del suolo che rimane per almeno due anni su livelli di temperatura pari o inferiori al limite di congelamento, quindi perennemente ghiacciato.

Le gravi inondazioni, verificatesi sui versanti alpini esteri a seguito delle violente precipitazioni di agosto 2005, sono state fra le più dannose dell’ultimo secolo ed hanno portato ad una grande quantità d’acqua e volume di sedimenti che si sono depositati a valli, causando ben 555 milioni di euro di danni ad edifici, ferrovie, strade ed aree industriali austriache. In Svizzera, è stato stimato che il disastro del 2005 ha causato addirittura un quarto di tutti i danni da inondazioni, frane e colate detritiche che si sono registrati dal 1972.

I modelli climatici globali attualmente non riescono a tener conto delle variazioni a livello locale e l’impatto del cambiamento climatico non è quindi semplice da tracciare per zone estremamente limitate. La più grande minaccia da eventi come quelli oggetto dello studio si trovano in zone ad alta quota dove si svolge l’alpinismo e dove sono presenti infrastrutture sciistiche. L’aspetto più preoccupante è sicuramente legato al fatto che all’interno di queste comunità locali di montagna c’è poca consapevolezza della reale entità del problema.

Jasper Knight, un membro del team di studio (composto anche da ricercatori austriaci) dell’Università di Exeter in Inghilterra, ha commentato in questo modo i risultati dello studio: “Mentre le attività umane e la gestione del territorio sono fattori importanti, ci aspettiamo che il riscaldamento globale causerà una forte accelerazione della perdita di ghiaccio in corso sulle Alpi europee nei prossimi decenni e secoli”.

Le conclusioni dello studio arrivano anche ad avvalorare fortemente la previsione di un effetto potenzialmente molto negativo sul principale motore economico della regione, ovvero il turismo.

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