Era il 3 maggio 2014 quando l’Italia si trova al centro di un’intensa circolazione perturbata. In genere il periodo tardo primaverile non è certo il più propizio per le alluvioni, a parte quegli episodi di flash flood riconducibili a nubifragi molto localizzati. Invece, nel caso di due anni fa piogge persistenti e violente si scaricano a ridosso dell’Appennino, su versanti adriatici per effetto stau. Si trattò quindi di una tipica situazione perturbata con maltempo di stampo tipicamente autunnale. Ciò avviene assai di rado nel cuore della primavera, ancor più nel mese di maggio.
Le Marche subirono gli effetti più devastanti delle inondazioni il 3 maggio 2014, per la fuoriuscita dagli argini di diversi corsi d’acqua, il cui deflusso verso il mare venne anche ostacolato dal vento contrario. Le situazioni più gravi si registrarono sulla parte nord della provincia di Ancona tra senigalliese e bassa vallesina, per lo straripamento del fiume Cesano e la piena straordinaria del fiume Misa, parzialmente fuoriuscito dagli argini in alcuni punti e con allagamenti in molte zone, specie a Brugnetto frazione di Senigallia. L’alluvione causò anche due vittime.