Non si arresta l'”allarme atomico” nel Pianeta in questo 2011 che ha già visto purtroppo il gravissimo incidente di Fukushima in Giappone, a seguito del disastroso tsunami dello scorso marzo. Ora le preoccupazioni si sono spostate negli USA, dove si sta passando da un’emergenza all’altra con i continui cataclismi di natura meteorologica. Ora si stanno monitorando possibili concreti rischi per le centrali nucleari del Nebraska, per via della fuoriuscita dagli argini del fiume Missouri: troppe le piogge dell’ultimo periodo ed è dunque ancora l’acqua dunque a costituire una seria minaccia! La notizia non ha avuto finora particolare eco, ma stanno facendo il giro del web alcune immagini di edifici nucleari che spuntano quasi come isolotti dalle acque melmose del Missouri.
La Cooper Nuclear Station, una delle centrali coinvolte, ha dichiarato una “Notification of Unusual Event”, il più alto dei livelli di emergenza. Il fiume ha toccato i 13 metri: altri 60 centimetri e la centrale potrebbe essere chiusa come misura preventiva. Anche la centrale di Fort Calhoun è purtroppo già circondata dalle acque. L’impianto è protetto da una barriera alta 2,5 metri che la protegge dall’acqua, il Missouri in quel punto dovrebbe crescere ancora di qualche decina di centimetri.
I timori sono ulteriormente esaltati dal fatto che proprio la centrale di Fort Calhoun è ferma da aprile 2011, ufficialmente per alcuni interventi di manuntenzione. Ma l’autorità Ncr l’anno scorso aveva appurato che “la centrale non ha procedure adeguate per proteggere il reattore e gli edifici ausiliari da eventuali allagamenti esterni.” Il rischio numero 1 è dunque quello di un allagamento e, senza farlo apposta, ci trova ora in una piena certamente inaspettata del Missouri: sopra la centrale è stata persino dichiarata una no fly zone.
La preoccupazione principale è che l’alluvione faccia mancare l’energia elettrica, indispensabile per il raffreddamento del reattore (è spento ma ha ancora all’interno i due terzi del combustibile nucleare). C’è purtroppo anche il rischio, in caso d’allagamento, che l’acqua metta fuori uso i generatori elettrici diesel d’emergenza (il cui carburante dovrebbe consentire l’autosufficienza per 4 settimane) nel caso in cui si trovino troppo in basso, esattamente come successo a Fukushima.
In tutti e due gli impianti si sta cercando d’innalzare sbarramenti per arrestare l’acqua e si costruiscono passerelle che consentano di raggiungere gli edifici. La stessa cosa si sta verificando nelle due vicine centrali a carbone per la produzione di energia: si vuole mantenerle in funzione e per assicurare l’elettricità alle centrali nucleari. Naturalmente sono interventi urgenti per limitare i danni, ma la speranza è che il livello del fiume non cresca ulteriormente: le previsioni meteo in tal senso non sono del tutto incoraggianti con nuove piogge e rischio eventi estremi, che stanno martoriando diverse zone degli USA da diversi mesi.