Un nuovo Rapporto di recente pubblicato dall’Oxfam, una delle organizzazioni più autorevoli nel settore della cooperazione e dell’aiuto umanitario, delinea un quadro inquietante: sarebbero almeno dieci milioni le persone a rischio di fame a seguito di quelle che saranno le conseguenze dei fenomeni meteo estremi indotti nei prossimi mesi da El Niño, nient’altro che il ciclico del riscaldamento delle acque del Pacifico che produce effetti climatici a catena in molte zone del mondo. Quello di quest’anno è un vero e proprio El Niño “Very Strong”, fra i più intensi degli ultimi decenni assieme a quello del 1997-1998. E le proiezioni indicano che il fenomeno potrebbe protrarsi ancora per molti mesi, fino alla prima parte del 2016 come si evince dal grafico sottostante.
El Niño è responsabile del verificarsi di condizioni climatiche estreme in diverse parti del mondo, tra siccità, oppure piogge anomale, temperature record. Le conseguenze più gravi potrebbero verificarsi sugli Stati insulari del Pacifico. Il rischio maggiore è l’innalzamento dei mari che potrebbe portare alla scomparsa di alcune piccole isole. El Niño non risparmia neppure l’Asia, con riduzione dell’attività monsonica in India, mentre l’Indonesia ha dichiarato lo stato di siccità in 34 province del Paese. Per quanto concerne l’Africa, 4 milioni e mezzo sarebbero le persone a rischio in Etiopia, mentre nel Malawi la siccità sta portando la produzione di mais ai minimi storici e si calcola perciò che da gennaio potrebbero essere 2 milioni le persone che dovranno combattere contro la fame.