Proviamo a scrutare il lungo termine, focus dopo l’Epifania, e valutare le possibilità di un radicale cambiamento sulla scena meteo europea. Mettiamo subito in chiaro le cose: per ora ci paiono molto scarse.
Alcune novità le abbiamo viste anche nei precedenti articoli di analisi modelli, un vortice polare più disturbato e la nascita di un’alta pressione di tipo termica sulla Russia. Peraltro sono segnali ancora contraddittori, perché la Depressione d’Islanda continua ad essere molto attiva e ad inibire la risalita verso nord dell’Anticiclone delle Azzorre e i flussi occidentali che giungono fino in Russia bloccano il processo di termicizzazione dell’alta pressione russo-asiatica proprio sul limite orientale dell’Europa.
L’altro elemento di “disturbo” è la discordanza tra GFS ed ECMWF. L’avevamo già sottolineata nei giorni scorsi, e riappare puntuale almeno oltre le 168 ore. ECMWF nel lungo termine insiste sulla creazione di un anticiclone termico russo-finnico, mentre per GFS sul nord della Russia europea arriverebbero correnti miti da sud-ovest.
E’ interessante però analizzare la mappa multimodel a 240 ore (10 giorni, per il 9 gennaio), dove appaiono tutti gli elementi di un classico inverno europeo: l’Alta delle Azzorre in Atlantico, il Ciclone d’Islanda nel Nord Atlantico, l’Alta Russa ad est, ma ancora un po’ troppo ad est e troppo condizionata dalle iniezioni d’aria calda dall’Atlantico, incapace di convogliare flussi gelidi verso l’Europa.
Ma basta che questi elementi si miscelino in modo un po’ differente, come mostra ECMWF, per portare a conseguenze molto diverse.