Il più potente terremoto mai registrato in Nord America si è verificato 50 anni fa, il 27 marzo 1964. Con una magnitudo di 9.2, quello che è stato ribattezzato “The Great Alaska Earthquake” causò un enorme tsunami che devastò le comunità costiere dell’Alaska di Valdez, Seward, Kodiak e Whittier. Non solo, determinò ingentissimi danni lungo le coste occidentali degli Stati Uniti e del Canada per circa di 1 miliardo di dollari di danni. Il bilancio delle vittime fu di 124 persone tra Alaska, California e Oregon.
Le onde dello tsunami raggiunsero addirittura le Hawaii e le registrazioni dell’epoca parlano di un’altezza d’onda di circa 66 metri presso la boa di Valdez Inlet! Il sisma è durato circa quattro minuti e potenti scosse di assestamento continuarono per tre settimane.
Terremoti e maremoti possono accadere ovunque, in qualsiasi momento dell’anno, ma l’Alaska è particolarmente a rischio perché si trova sulla convergenza di due placche tettoniche: la placca del Pacifico e la placca nordamericana. Lungo tale confluenza, la placca del Pacifico sta scivolando sotto la placca nordamericana, provocando la maggior parte dei terremoti che interessano l’Alaska. Basti pensare che la zona è arrivata a registrare fino a 24.000 scosse sismiche in un solo anno.