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Affondo instabile raggiunge l’Adriatico

di Mauro Meloni
02 Apr 2008 - 21:47
in Senza categoria
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Analisi termica e dei geopotenziali all'altezza isobarica di 500 hPa (circa 5500 metri d'altezza): in azzurro le isobare, che evidenziano il vivace flusso settentrionale sul nostro Paese con l'Anticiclone arretrato in posizione più occidentale, mentre in rosso sono rappresentate le isoterme. Si noti la -28°C in entrata sull'alto versante adriatico. Fonte: https://www.meteogiornale.it/mappe/
La tregua anticiclonica è già giunta al termine, a causa del sopraggiungere d’aria più fresca ed instabile in quota, in seno ad una saccatura di origini nordiche, la quale ha raggiunto le nostre regioni più orientali, con un primo ingresso frontale che si sta intensificando ed estendendo all’arteria centrale dello Stivale.

Appena ieri, il Sud del nostro Paese era ancora interessato dall’influenza periferica di una goccia fredda, la quale si è definitivamente allontanata dal raggio d’azione dei bacini meridionali italiani ed ormai si va colmando fra Penisola Ellenica ed Isola di Creta.

L’arretramento verso ovest dell’Anticiclone oceanico, in contemporanea elevazione meridiana fin oltre le Isole Britanniche, sta favorendo il nuovo rapido cedimento barico sul cuore del Mediterraneo sotto la spinta di correnti settentrionali in quota, con minimi orografici al suolo posizionati sottovento alla barriera alpina, fra alto versante adriatico e Mar Ligure.

La barriera alpina è in grado di trattenere gran parte delle masse d’aria annesse al primo impulso instabile, il quale sta però trovando un primo sfogo lungo i settori del medio-alto versante adriatico, dopo una parziale influenza sul Triveneto, mentre le correnti in ingresso dalla Valle del Rodano risultano decisamente più temperate e meno instabili.

Lo scenario offerto dalle ultime immagini satellitari (in costante aggiornamento orario al seguente link: https://www.meteogiornale.it/live/meteosat.php ) individua molto bene l’ingresso incisivo e rapido dell’area nuvolosa lungo i versanti centro-settentrionali adriatici, ma che si è spinto fino alle zone tirreniche. Questa mattinata, infatti, gran parte della nuvolosità più consistente era ancora aldilà dell’Arco Alpino.

La fenomenologia attualmente interessa prevalentemente le zone adriatiche ed appenniniche, fra Marche, Umbria ed alto Lazio. Sull’Appennino Umbro-Marchigiano sono in atto precipitazioni anche temporalesche; quest’area di contrasto termico nelle prossime ore si sposterà man mano verso Abruzzo e Molise.

Altri temporali interessano anche le pianure del Friuli Venezia Giulia, Veneto e parte delle coste emiliano-romagnole. Più riparato da questa circolazione il Nord-Ovest, esposto ad una dinamica di correnti di foehn, stante il dislivello barico fra i due versanti alpini, con valori pressori ben più alti oltre confine.

Non devono dunque sorprendere, nonostante il calo di geopotenziali annesso ad più fresca alle quote superiori dell’atmosfera, le temperature massime raggiunte al suolo sulla Val Padana centro-occidentale: su tutte, citiamo i 22 gradi di Torino e Verona oltre ai 21 gradi di Cuneo Levaldigi, Milano Linate e Piacenza.

Questo peggioramento è dovuto d’altronde all’ingresso improvviso d’aria molto fredda in quota: in breve, per dare esatta idea dell’attuale scenario, fra Triveneto, Emilia Romagna e Marche stanno entrando isoterme dell’ordine di -28°C all’altezza di 500 hPa, mentre sulle Alpi Piemontesi occidentali le termiche risultano di ben 10 gradi superiore.

Tale aria fredda è collegata all’area ciclonica, che si è rapidamente protesa a gran parte dei settori orientali del Continente Europeo; nel corso delle prossime 48 ore si conferma l’ulteriore maggiore incidenza del vasto lago freddo ciclonico verso l’Italia, con ulteriori passaggi instabili, che prenderanno maggiormente di mira il Sud.

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