Si parla tanto, ultimamente, delle anomalie termiche dell’Atlantico superficiale. Se ne parla a ragion veduta, perché le temperature di quel tratto d’Oceano condizionano pesantemente l’imminente stagione degli uragani. A tal proposito è stato fatto un raffronto tra l’attuale situazione e quella del 2005, che consegnò alla storia la peggiore stagione degli uragani di sempre.
Nelle ultime settimane le acque tropicali si sono notevolmente raffreddate, un raffreddamento che a detta dell’esperto di Meteorologia Tropicale Philip Klotzbach, dell’Università del Colorado, le acque dell’Atlantico Tropicale il raffreddamento sarebbe dovuto ad alisei più forti del normale. Un fattore evidenziato dall’indice AMO, che ha registrato valori fortemente negativi nel mese di aprile. Va detto però che l’anno scorso, nello stesso periodo, era ancora più negativo (poi sappiamo tutti com’è andata).
Il fatto che, a questo punto della stagione, l’Atlantico tropicale presenti anomalie termiche negative potrebbe essere un buon indicatore di una stagione degli uragani sottotono. Sebbene la temperatura delle acque non sia un fattore determinante, ci dà comunque un’idea della quantità di energia accumulata e che potrebbe essere sfruttata dai cicloni tropicali. Con poca energia c’è meno probabilità che i processi ciclonici evolvano in potenti uragani.