I giorni scorsi sono stati segnati da un’impronta semi-zonale, con asse ciclonico sud-ovest/nord-est alle alte latitudini ed una sorta di ponte altopressorio, in fase di compressione, alle medie basse latitudini. Questa situazione ha favorito il forte surriscaldamento dei territori nella fascia di maggior compressione (Francia, Germania, Svizzera, Nord Italia) e non solo, innalzando in modo deciso le medie del periodo, con numerose punte massime over 30/32°C.
Nel frattempo, due aree basso-pressorie, stazionano tra Penisola Iberica e Penisola Balcanico-Ellenica, quasi a creare una specie di “occhiale barometrico” al bacino del Mediterraneo.
Contemporaneamente, nel Pacifico ed in America, si monitorano le condizioni dell’Enso e gli effetti sul territorio; attualmente l’evoluzione è in fase di stasi, con Enso neutral, in attesa del deciso cambio in fase di Nina. Questa tendenza è auspicabile grazie ad una graduale tendenza al raffreddamento delle SST, previste in ulteriore diminuzione nei prossimi 1-2 mesi.
Nonostante manchino i pieni requisiti per una NINA effettiva, molti mutamenti a livello sinottico/teleconnettivo palesano macroscopici segnali, apportando, per ora, una fase di transizione che già impone numerosi cambiamenti.
Uno tra tutti, quello che può attualmente interessare l’Europa, è l’ondulazione del jet-stream che viene modulata in modo da proporre azione di maggior meridianizzazione in Atlantico, grazie ad una fase anticiclonica tra ovest Canada/Russia (attualmente presente un debole Hp su ovest Canada) che indirizza il polar jet-stream verso la Groenlandia, in fase discendente, con accelerazione subitanea nel momento in cui il ramo freddo incontra masse d’aria calda, in movimento dall’America o presenti sull’Atlantico.
Nel caso specifico, quello della nostra irruzione, si sta verificando una condizione di questo tipo, con rapida discesa dell’aria polare richiamata dalla goccia fredda iberica; quest’ultima apporterà, come è consuetudine in azione nord-sud, un deciso contributo da sud-ovest, con precipitazioni e nuvolosità e venti che si disporranno da Libeccio (specie sul Tirreno) e un probabile scirocco sullo Jonio/Adriatico.
L’impatto con il suolo molto caldo ed il successivo scontro con il mare produrranno fenomeni violenti e modificheranno la struttura della saccatura, con la comparsa di minimi secondari molto importanti per una migliore distribuzione delle precipitazioni; in questi casi sono soliti formarsi tra Liguria/Corsica/Sardegna/Alto Tirreno grazie all’azione del mare ed alla particolare disposizione dei venti (nota è quella della Genova low con venti “di sponda” dalla Corsica).