Caldo secco, caldo afoso… c’è una bella differenza, verissimo, ma non tutti sono in grado di percepirla. Leggerete spesso questi termini – quest’anno in verità, almeno sinora un po’ meno – e cercheremo di spiegarvi come interpretarli.
Forse non tutti sanno che c’è una soglia psicologica importantissima, al di sopra o al di sotto della quale il calore assume sembianze diverse. E’ tutta una questione mentale, perché come vedrete anche in presenza di temperature inferiori la sensazione percepita potrebbe risultare addirittura più fastidiosa. Ma è innegabile, inutile nasconderlo, che soltanto il sentir dire 40°C fa un certo effetto.
Cambia la percezione anche in base al periodo: i 40°C di giugno vengono percepiti diversamente dai 40°C di luglio, quelli di luglio diversamente da quelli di agosto. Per quale motivo? Semplice, perché la nostra mente è portata a giustificare più facilmente le super ondate di caldo agostane, un po’ meno quelle di luglio (soprattutto se nella prima metà) ancor meno quelle di giugno.
Eppure, elemento non trascurabile, spesso si trascura un elemento assolutamente rilevante: l’umidità. Umidità che, è risaputo, fa crescere la percezione del calore perché in grado di ostacolare il nostro meccanismo di termoregolazione: la traspirazione. Perché sottolineiamo questo aspetto? Semplice, perché anche con 35°C ma con umidità dell’80 per cento il caldo è terribile. Talvolta più che in presenza di 40°C ma con livelli di umidità contenuti.
Diciamo che il solo sentir nominare “40°C” accende quei meccanismi di autodifesa contro una condizione meteo estrema resa tale soprattutto dal parlarne eccessivamente. L’estremizzazione meteo climatica è un qualcosa che c’è, questo non possiamo negarlo, ma è pur vero che anche in passato avvenivano le ondate di caldo. L’Alta Africana, ricorderete autorevoli meteoman annunciarla, veniva a trovarci almeno 3-4 volte per Estate. Le sfuriate duravano 2-3 giorni, raramente si arrivava a ridosso della settimana, poi passava. A quel punto tornava l’Anticiclone delle Azzorre, che portava sì caldo ma non a quei livelli.
Oggi il copione è stato letteralmente ribaltato, oggi l’Alta delle Azzorre viene a trovarci sì e no qualche giorno mentre la figura dominante è senz’altro l’altra. Ed è questo che, col passare del tempo, ha condizionato anche la nostra mente.