Era l’8 ottobre 1970 quando Genova venne sconvolta dalla piu’ grande alluvione della sua storia recente.
Io avevo pochi mesi di vita, pertanto l’ho vissuta solo attraverso i racconti dei miei genitori. Quel giorno mio padre riusci’ a salvare l’automobile, una 500 beige con tettuccio apribile in tela nero, legandola con una catena ad un palo. Ma il suo destino era segnato: la porto’ via il rio in piena durante l’alluvione di 7 anni dopo.
L’evento alluvionale del 1970 detiene ad oggi il record di pioggia caduta in 24 ore in Italia. Se infatti lungo la costa cittadina caddero mediamente circa 500 mm, pochi km nell’entroterra, a Bolzaneto, in Val Polcevera, ne caddero addirittura 948 e sui vicini crinali probabilmente ancora di piu’.
La storia di Genova è segnata dalle alluvioni. Dopo quella del 1970 vi fu quella del 1977 che colpì la Val Polcevera, poi le alluvioni degli anni ’90: nel 1992 fu soprattutto il levante cittadino, in particolare il quartiere di Sturla ad essere colpito, nel 1993 i quartieri di Pra e Pegli nel ponente e ancora l’Alta Val Polcevera e poi negli anni successivi Voltri e il Centro Storico.
A cosa sono dovute queste frequenti alluvioni nel capoluogo ligure? Non vi è dubbio che Genova sia soggetta periodicamente a violentissime precipitazioni concentrate in brevi periodi di tempo, capaci di far cadere dal cielo 300 o 400 mm di pioggia in poche ore e sui crinali ancora di più. Se a questa predisposizione “naturale” aggiungiamo la folle e disordinata ricostruzione edilizia del “dopoguerra” e fino ad almeno l’inizio degli anni ’80, con palazzi e strade costruiti in qualsiasi punto, coprendo le decine di piccoli torrenti e le centinaia di rivi che scendono verso il litorale dai monti, abbiamo un quadro completo della vulnerabilità alle forti piogge di questa città.
Un’immagine del Centro Storico di Genova.
A seguito degli ultimi eventi alluvionali negli anni ’90 è stato costituito il CMIRL (Centro Meteo Idrologico della Regione Liguria) che avvalendosi di un’ampia rete di monitoraggio in tempo reale, strumenti radar e di modelli di previsione ad alta definizione (BOLAM e DALAM) è ora in grado di dare allarmi preventivi su situazioni potenzialmente a rischio.
Tuttavia, essendo cittadino genovese, dopo un lungo periodo in cui fortunatamente non si sono verificati eventi piovosi di eccezionale portata, noto un abbassamento del livello di attenzione verso i problemi idrogeologici della città, sia da parte delle amministrazioni locali, che col tempo si sono dotate degli strumenti necessari alla pianificazione territoriale (piani regolatori, piani di bacino ecc.), sia, purtroppo, soprattutto della cittadinanza.
La memoria collettiva è corta e questo lungo reportage dedicato alla grande alluvione del 1970 speriamo possa avere anche il merito di ridestarla.
Pubblicato da Massimo Aceti
Era l’8 ottobre 1970 quando Genova venne sconvolta dalla piu’ grande alluvione della sua storia recente. Io avevo pochi mesi di vita, pertanto l’ho vissuta solo attraverso i racconti dei miei genitori. Quel giorno mio padre riusci’ a salvare l’automobile, una 500 beige con tettuccio apribile in tela nero, legandola con una catena ad un palo. Ma il suo destino era segnato: la porto’ via il rio in piena durante l’alluvione di 7 anni dopo. L’evento alluvionale del 1970 detiene ad oggi il record di pioggia caduta in 24 ore in Italia. Se infatti lungo la costa cittadina caddero mediamente circa 500 mm, pochi km nell’entroterra, a Bolzaneto, in Val Polcevera, ne caddero addirittura 948 e sui vicini crinali probabilmente ancora di piu’. La storia di Genova è segnata dalle alluvioni. Dopo quella del 1970 vi fu quella del 1977 che colpì la Val Polcevera, poi le alluvioni degli anni ’90: nel 1992 fu soprattutto il levante cittadino, in particolare il quartiere di Sturla ad essere colpito, nel 1993 i quartieri di Pra e Pegli nel ponente e ancora l’Alta Val Polcevera e poi negli anni successivi Voltri e il Centro Storico. A cosa sono dovute queste frequenti alluvioni nel capoluogo ligure? Non vi è dubbio che Genova sia soggetta periodicamente a violentissime precipitazioni concentrate in brevi periodi di tempo, capaci di far cadere dal cielo 300 o 400 mm di pioggia in poche ore e sui crinali ancora di più. Se a questa predisposizione “naturale” aggiungiamo la folle e disordinata ricostruzione edilizia del “dopoguerra” e fino ad almeno l’inizio degli anni ’80, con palazzi e strade costruiti in qualsiasi punto, coprendo le decine di piccoli torrenti e le centinaia di rivi che scendono verso il litorale dai monti, abbiamo un quadro completo della vulnerabilità alle forti piogge di questa città. Un’immagine del Centro Storico di Genova. A seguito degli ultimi eventi alluvionali negli anni ’90 è stato costituito il CMIRL (Centro Meteo Idrologico della Regione Liguria) che avvalendosi di un’ampia rete di monitoraggio in tempo reale, strumenti radar e di modelli di previsione ad alta definizione (BOLAM e DALAM) è ora in grado di dare allarmi preventivi su situazioni potenzialmente a rischio. Tuttavia, essendo cittadino genovese, dopo un lungo periodo in cui fortunatamente non si sono verificati eventi piovosi di eccezionale portata, noto un abbassamento del livello di attenzione verso i problemi idrogeologici della città, sia da parte delle amministrazioni locali, che col tempo si sono dotate degli strumenti necessari alla pianificazione territoriale (piani regolatori, piani di bacino ecc.), sia, purtroppo, soprattutto della cittadinanza. La memoria collettiva è corta e questo lungo reportage dedicato alla grande alluvione del 1970 speriamo possa avere anche il merito di ridestarla. Cerca per tag: meteo clima Pubblicato da Massimo Aceti Inizio Pagina